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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


28.11.06


Aritmie suadenti



E’ come lo sapessi da sempre. Affiora invece ora al limitare dell’appena cosciente, scoperta nuova, in incastonamento antico. Esperienza estetica, legata alla rete, su cui alcuni han costruito gli esordi del loro scrivere, An-erkennung che si perpetua, acquista corpo, è virale per sua propria natura. Vuoi che sia per altrui, vuoi per noi stessi, questo fluire (iperfluire, se vuoi la mia) delle nostre incoscienze lungo le trame del virtuale è un lungo, incessante, dialogo epistolare. Io mi scrivo, mi rispondo, ed è come ti scrivessi e – sovrumano, d’estatica bellezza – mi rispondi. Ogni missiva che m’invio è un sasso in uno specchio d’acqua di mille (ir)realtà, riverbera concentrica nell’eco di occhi e sensi così altri dai miei – eppure, per ottomila motivi, così identici a quelli che trovo allo specchio. E m’assedia la stessa ansia che nel leggere un libro stupendo, la stessa voglia di non trovarvi mai fine, la stessa spinta che t’induce a rileggere, e ancora, ossessiva. Da più di un istante ti è più chiaro Possession.

Avrei diversi Acknolewdgements. Un pensiero speciale è per un signore 'paramagico', che ogni tanto passa e legge, per avermi aiutato a star coi piedi per terra. Uno a Mauro, gemello surreale, che evidentemente non pensa di avere 'di qua dalla rete' una perfetta sconosciuta. Uno caldo e dolce a Luigi, e non solo per la foto. Il più intenso, e struggente, va a Piero, il mio primo amico vero in questo mondo di matti virtuali - che il cammino possa continuare assieme, quanto più a lungo possibile ...

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25.11.06


Domande oziose di un'oziosa



Ecco. Ogni tanto mi chiedo: ma quanto domina Google la nostra vita di rete? La prima volta ne sentii parlare da un amico - mi servivo di Altavista o Yahoo. Negli ultimi anni, almeno per me, è divenuto pervasivo. La sottoscritta si serve per postare di blogger.com, che è piattaforma appartenente ai suddetti signori. Usa Google Desktop da ormai oltre un anno, summo cum gaudio (dato il caos che governa il suo hard disk, è realmente l'unica per trovare documenti in directories ormai dimenticate) . Ogni tanto il proprio account Gmail (che però detesta cordialmente, dato che - come tutti gli IM - tiene attaccata alla rete più del dovuto). Senza contare che Firefox ha incorporata la casellina di ricerca con la mitica "G". Non usa la BlogSearch dei sullodati solo perché si serve (benché de temps en temps) di altro lettore di feed. Per un po' ha provato Picasa, ma ora ha altro gestore di foto. Ora pare si sian comprati sinanche YouTube. Fortuna che Flickr appartiene a Yahoo ...

Ho senz'altro dimenticato qualcosa. Potete pensarci voi, s'il vous plait ...



Ah, e ovviamente esistono anche i paradossi, come la perquisizione a Google Italia. Qualche approfondimento qui.

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Anatomie melanconiche


E' nella lista dei desiderata. I saggi che ne trovi in rete te ne convincono più che mai. Una sensibilità vecchia di quattrocento anni, eppure pungentemente moderna.

Alcuni che ne sono in preda "are equally tormented in mind as if they have committed a murder" ... "most part ... is a plague, a torture, a hell... full of variation, but most part irksome and bad... the Spanish Inquisition is not comparable to it." Fra i rimedi, oltre a sanguisughe e trapanamenti perché fuoriescano i vapori, il più comune è un bicchier di vino, "soberly and opportunely used".

Ho appena scoperto che non v'è bisogno di acquistarlo. Burton, The Anatomy of Melancholy è in rete, nel Progetto Gutenberg. Domani, con la connessione veloce ... E da domani si riprende con le postature divertenti.

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23.11.06


Destrutturazioni e deliramenta



Al limitare del sogno ritrovi i segnali smarriti. Le assenze che t'inquietano, i timori dell'abbandono, l'affannata ricerca di appigli e di ascolti. Trovi la forza di appuntarti i pensieri, che non si dissolvano nei fumi dell'alba. A palpebre schiuse inspiri ed espiri, provi a divenire il modello che vorranno vederti fornire. E torni al mitico Jacques, ti spiega che pensi nel condannarti ad uscire da te:

... da dove viene questa frustrazione? ... Una risposta, anche e soprattutto se approvatrice, alla parola vuota, dimostra spesso nei suoi effetti di essere ben più frustrante del silenzio. Non si tratta piuttosto di una frustrazione che sarebbe inerente al discorso stesso del soggetto? Il soggetto non vi si impegna forse in uno spossessamento sempre maggiore di quel certo suo essere di cui, a forza di pitture sincere che ne lasciano l'idea non meno incoerente, di rettificazioni che non riescono a isolarne l'essenza, di puntelli e di difese che non impediscono alla sua statua di vacillare, di strette narcisistiche che si estenuano ad animarla del loro soffio, finisce per riconoscere che questo essere non è mai stato altro che la sua opera nell'immaginario e che quest'opera delude in lui ogni certezza. Giacché in questo lavoro ch'egli fa di ricostruirla per un altro, ritrova l'alienazione fondamentale che gliel'ha fatta costruire come un'altra, e che l'ha sempre destinata ad essergli sottratta da un altro.

Anche questo spazio è frustrazione, eppure è indispensabile. La narrazione del sé, in qualche modo, contribuisce alla costruzione del sé - per alcuni almeno.



*** ADDENDA ET EMENDANDA. *** E soprattutto è bello vedere che, nonostante fra le righe, sia trapelato un mio malessere. Ho letto la preoccupazione nei commenti, e nelle vostre e-mail. Sto bene, è tutto a posto. La tempesta è passata. Ecatina riprende a navigare.

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21.11.06


L'estetica del sospiro



Ti attardi sospesa - le dita a cercar l'incanto della parola. Negli occhi ancora il segno di lei, ad alcuni stucchevole - o restauratrice. Sai che a guardarne i dipinti sapevi - eri certa di quali i ritratti di quelli che aveva amato. La sua sensualità era sublimazione. O il suo sublime, sensualità. E stupisci di come, a distanza di tale portata, lei sommuova la tua. Sorridi al ricordo della seduzione fallita di Gabriele - e ritrovi le righe di lui 'strappate' alla mostra: Aliquid amplius / invenies / in silvis / quam in libris. Stordita recuperi le frasi che hai sotto il naso (monito vago e feroce di chi forse visse soltanto per il sapere), pendant postmoderno a Gabriel Nuntius:

In Baumgarten la bellezza viene definita come perfezione della conoscenza sensibile, e a questa viene assegnato il compito di "presentare come bellezza la perfezione del mondo". Kant, il quale distingue la bellezza dalla perfezione ... scavalca già la limitazione della esperienza estetica all'arte bella quando al piacere positivo del bello contrappone il piacere negativo del sublime. In considerazione del momento della libertà il sublime è superiore al bello ... per la modalità della sua esperienza: mentre il bello "implica direttamente un sentimento di agevolazione e intensificazione della vita", il "piacere negativo" del sublime eleva le forze dell'anima dandoci il coraggio "di misurarci con l'apparente onnipotenza della natura".

Hans Robert Jauss, Esperienza estetica ed ermeneutica letteraria. 1. Teoria e storia dell'esperienza estetica.

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20.11.06


EcaTour fra i lumbard



E' che davvero ha una potenza di fuoco formidabile, 'sto blog, e ti collega con umanità straordinarie, delle quali nonostante la bellezza di quanto hai quaggiù ti rimane sete e curiosità. Torni più ricca, ma te lo aspettavi. Ma anche tanto che non ti attendevi. Un Renato tenerissimo, con le sue donne in miniatura a circondarvi (e il disegno di Emma già riposto al sicuro), una Woo più decisa e adulta di quel che ricordassi, in via di grande trasformazione, un Epimenide più conviviale e affettuoso che mai (e finalmente adempiente per l'Amarone), ben convinto del cambio di piattaforma (l'avevo detto, io ...). E un Capo in versione paterfamilias, che lui non lo sa, ma gli si addice moltissimo, e forse non lo vede, ma ha una famiglia che per lui stravede ...

In più la mia adorata Lempicka a Milano, in un allestimento di rara meraviglia (con anche un Boccioni di straforo). E il calore d'intorno che dissolve la stanchezza del viaggio.

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16.11.06


EcaDNA



Capita. Che vi siano notturni che vivi fra tv, radio a volume abnormale, e visioni d'alba presaghe di luce diffusa. Capita. Come al solito capita. Parole ai margini del cosciente - ti colpiscono perché ti identificano. Parole in musica, e una volta di più ti domandi cosa sarebbe, senza, la tua, di esistenza. Eccole:

Polvere di secoli fa
le mura di Sibari, Cuma e città
Siamo nati qui
nel sale della terra
agri come il mare
e un tramonto rosso fuoco
come suggestiona il cuore
(e sa fare anche di più)
E tutto questo vive ancora
dentro gli occhi

delle donne del Sud.

(Mimmo Cavallo, e un grazie speciale a Clelia)

Qui giaceva un post troppo intimo per essere letto. Sensazioni notturne mi hanno indotto a cercarne l'oblio. Meglio viverle, certe cose, che parlarne. E no, non sempre parlare è vivere.

E l'alba vivida si è mutata in nebbia. E qui sulla mia scrivania - proprio mentre scrivo -arriva una richiesta di aiuto, da Madame Franca. Andate qui (e diffondete). Grazie.

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14.11.06


EcaPolimorfie



Quando sei in un momento di confusione e ti piomba a casa un'amica a portare vento di cose nuove. Cucinate insieme e ascoltate musica al computer. Le ciacole vagano dal Velvet di moda alle calli venete, dal quadro astrale dell'anno a venire a Brian Greene (il Richard Gere della fisica), da Scorsese ai viaggi imminenti. E assieme scoprite il libro che ti ha portato, di Anna Luisa Zazo, Io, la notte:

In nessuna delle molte dee che sembrano giocare a essere e non essere la Luna, come la Luna stessa gioca a volte a nascondersi dietro un lembo di nuvola, mutando e dissolvendo la sua nitida perfezione per riapparire poi splendida nella pienezza della sua curva materna; in nessuna la molteplicità della natura della Luna, quale la avvertivano gli antichi nelle loro storie, si esprime come nella figura di Ecate, la Triforme, "colei che è lontana" ... regna sulla terra, nel cielo, nel mare e nei cupi abissi dei morti, sorella del sole, luminosa e oscura ... troppo antica per non avere assunto aspetti diversi e non essere mutata nel tempo, come la Luna muta nelle sue fasi, nel suo apparente muoversi lungo il cielo, nel suo alternare luce e tenebre.

In realtà la scelta del nick, due anni e mezzo orsono, era stata piuttosto casuale. Via via che vado avanti mi rendo conto di come possa essere adeguato, invece. Il guaio è che ho sentore di eclissi, in questo periodo ...

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12.11.06


Lo studioso di Bolesławiec


In questi giorni che fiaccano occhi e corpo, a mantener promesse incaute e litigare col passato, ti coglie un dubbio tormentoso. Sarà stato di Berlino? O di Friburgo? O magari Lipsia. Controlli - e ti si stringe il cuore. Lo studioso che al momento ti intriga, a studiar percorsi suoi e quelli di un giurista di II secolo, tu che dialoghi con lui in tedesco, lui a dialogar con l'altro in un latino del quale cercava il nitore e la purezza assoluta, non era né di Berlino, né di Friburgo, ma di un paesino ora polacco, allora della Germania di confine, Bolesławiec. Ebreo, perduta la cattedra per questo, sarebbe rimasto in Germania per puntiglio fino al '39. Per non tornare, poi, mai più, e offrire un esempio di dignità e rigore dalla sua sede oxoniense. Sapevi già, ma (ri)leggerne la biografia ti fa sembrar minuscole tante cose del tuo (minuscolo) presente. E già non riesci più a litigarci, per quelle sue teorie insostenibili del '31. (ma come lo citerai? certo non "lo studioso di Bolesławiec", suonerebbe di un ridicolo ...).

La History of the Roman Legal Science (in prima uscita nel '46), di cui Sansoni ha pubblicato nel '68 una (ormai introvabile) traduzione italiana, è tutt'ora insuperata per chi si occupi di bio- e bibliografia dei giuristi di Roma antica. Notevole che la biografia sia solo nella Wikipedia inglese. La pagina disambiguante tedesca conosce tre Fritz Schulz: un architetto, un attore e un calciatore, ma non lo studioso di Bolesławiec.

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8.11.06


Vaghe rivoluzioni


Lo percepisco guardando la lista dei tag, sulla sinistra del mio schermo. L'unica cosa di cui conterebbe parlare è quella che qui non appare. Di ciò di cui non si può scrivere è meglio socchiuder le palpebre e scacciar la visione. Chi ti è accanto sa dai mutismi e dalle note semiamare nella voce. E apprendi dal suo stesso modo di essere. Che a volte basta ignorare per fare sparire. Per cui, forse, il silenzio, questo silenzio, ha un senso. S'increspano gli orli del riso e ti volgi alla notte.

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6.11.06


EcaEmpirie



Studente: Ma quindi, avendo io protestato entro un certo termine, perché le tovaglie che ci eran state fornite non rispondevano a quelle promesse nel contratto, ho agito correttamente?
Prof.: Se lei rompe le scatole, da giurista fa sempre bene.

E speriamo che il Capo non mi sbugiardi ...

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5.11.06


Höhe und Tiefe



Ritorna. Ciclico inverno. Di gelo e sole. Ti cerchi all'interno della tua storia - recuperi mattine analoghe in quest'anno di cose nuove e antiche paure. E un commento fugace ti riporta alle radici:

Ach, sag
von welchem Frühling
träumt
die Winternacht
wenn in der weißen Birke
aufgehen
die Sterne.

Suvvia, dimmi
quale primavera
sogna
la notte d'inverno
quando nella betulla bianca
sorgono
le stelle.

E trovi favoloso che sia passato quasi un anno e la tua vita sia illuminata dalle stesse persone (fà che non le perda, ti prego).

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3.11.06


Basta sorriderne uno



Innumeri
quelli
che ti ripieghi -
pervadono
d'ombra
l'azzurro.
Trincee
d'ogni giorno
e coltivi
quel che di limpido
resta.
E il lampo -
l'illuminazione.
Si vince
nell'abbandono della
resa.
S'increspano gli orli
e
incredula
scuoti
i ricordi.


Basta sorriderne uno

Da una suggestione di Narsil - via Reblog

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1.11.06


Vaghe conversazioni


E nel prenderti in giro e giocare ti rassereni. Quasi la tua femminilità si espandesse libera da pastoie, impicci, inibizioni. Con la voce all'altro capo che ha il calore di un abbraccio. Con messaggi così diversi e così uguali. Una cosa sai, ne hai certezza. Che tutto è sul punto di cambiare. E ci sei dentro anche tu, in questo tempo di rivoluzioni, tu che odi riorientarti e abbandonare emozioni consuete. Eppure sai che ci siamo, che manca davvero poco. Che una volta tanto non solo subisci il cambiamento ma ne sei parte perché lo provochi. Tiri il fiato e ridai vita all'apnea:

Parodia stilistica, lo so - ma forse anche contenutistica, anche se non di Giò ...

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