La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
23.10.04
Un po' di cicuta
Son con la testa fra le nuvole in questi giorni. Tanto che non mi ero accorta (eppure sia Acide che AdRix vi han fatto abbondantemente cenno) del dibattito nato a partire da questo post di Effe (gettare uno sguardo ai commenti per credere). Probabilmente è l'imminente pubblicazione per i tipi Einaudi di un libro a nome La notte dei blogger (che porta sulla carta 18 racconti inediti di blogger, ma non relativi al blog) che ha dato l'avvio all'ennesima discussione da blar [=blog bar, credits: Simo] su "Chi siamo, cosa vogliamo, dove andiamo". Il mio amico Acide fa riferimento a un giovane editore via Internet, il cui intento è portare i blog su carta stampata mediante l'applicazione della tecnica print-on-demand. Il savio bardo Gilga ha detto la sua, rendendo più equilibrata (a mio parere) la discussione: "in rete o su carta, sempre di scrittura si tratta. Il valore aggiunto del blog è l'interattività, impossibile sulla carta stampata. Il blog è, in qualche modo, scrittura viva, in continua evoluzione, autoreferenziale quanto volete, ma comunque un diverso mezzo espressivo, con regole e caratteristiche tutte sue". E ora mi va di dire la mia. Oramai la sottoscritta blogga (e si sorbisce blog altrui, incluse eminenti blogstar) da più di un anno. Ora, io trovo un bene che eventi nuovi portino a nuove discussioni sui blog. Quel che mi avvilisce è che il buon gruppetto di pecorelle che si raccolgono intorno al pastore Effe ogni volta che vengon fuori le questioni escatologiche (quelle di cui sopra: "chi siamo", etc.) si facciano un punto di onore a sottolineare quanto son bravi, come sono esperti del mezzo e di questa nuova tecnologia, per poi dare la stura al 'piccio' circa la loro sottovalutazione da parte dei media tradizionali e circa la loro superiorità rispetto al tradizionale scrittore su carta. Per me, si sta facendo la storia di un nuovo mezzo di comunicazione (favorita anche dalla versatilità e multi-opzionalità di una piattaforma come Splinder), e mi sorprende che tante teste intelligenti e vive, che brillano per idee rutilanti e originali, scadano poi nell'autoreferenzialità più retriva e lagnosa quando iniziano a parlare del loro ruolo da blogger. E poi questa cosa del 'decalogo' del blogger mi turba: a parte la necessità di evitare volgarità e la facilitazione che comporta l'uso di una cortesia formale nel contatto con persone che non si conoscono, mi sembra sia giusto che ciascuno blogghi proprio e appunto come diavolo gli pare. O no? Beh, per ora mi fermo. Ma non è detto che non continui con i post al vetriolo su questo argomento (insomma, blogger avvisato: non fatemi arrabbiare ...).