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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


19.5.09


Feststellungen



Giornate strane, che trascorrono fra fare indomito e attesa (che trascolora in ansia). E' - solito - con gli occhi dell'altro che riesci a vedere. La normalità del tuo esser schiva, la sostenibile dolcezza dell'esser normale, ordinaria nel senso migliore del termine. Per godere di chi, nella sua eccezionalità, è superbamente normale. Stupisci, t'impaura l'inquieto che traluce alle quinte. E' la scia di Pollicino, che ti va di seguire. Con la forza di tracciare il percorso in solitudine. Sapendo che il vestito che altri ti cuciono addosso è, più di sempre, sbilenco e inadatto. E a spiacerti non è per te, in quest'ora di maturazione.


"E subito riprende / il viaggio / come / dopo un naufragio / un superstite / lupo di mare" (ho solo le parole di Ungaretti, stasera).



14.5.09


Widersprüche und Regelmäßigkeiten



Lo sforzo dell'annotare ti annulla. Hai pianto un amico, esordito stordita nel sole, inseguito notturna volatili assenze. Ascoltato esistenze e scritture, ammirato metafore, tracciato segni quasi che fossero incisioni di graphium nella tabella della vita. Ha il sapore di una fuga costante il tuo incaponirti nell'esserci. Il trovare parole solo sulla lavagna del segno, la tortura della vicinanza a frenarti nel verbo. Scuoti da dosso le nebbie, vai verso la luce. Per quanto male possa fare è l'unica scelta data: plasmare il mondo con la parola. In toni soffusi, ma fermi. "Dammi la forza, rendimi in grado".


"Dire che la donna è mistero non vuol dire che tace ma che il suo linguaggio non è compreso: è presente, ma nascosta sotto fitti veli; esiste al di là di queste incerte apparizioni. Chi è? Un angelo, un demone, un’ispirata, una commediante? Si suppone che le risposte a queste domande siano impossibili a scoprirsi, oppure che nessuna di esse sia adeguata, in quanto una fondamentale ambiguità è insita nell’essere femminile; in cuor suo, la donna è per se stessa indefinibile: una sfinge. La verità è che la donna sarebbe assai imbarazzata se dovesse decidere chi ella è; la domanda non comporta risposta; non perché la verità nascosta sia troppo fluida per lasciarsi afferrare: perché in questo campo non c’è verità. Un esistente è esclusivamente quello che fa; il possibile non va oltre il reale, l’essenza non precede l’esistenza: nella sua pura soggettività l’essere umano non è niente. Lo misuriamo dalle sue azioni." (Simone de Beauvoir, Il secondo sesso)

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11.5.09


Attenzione sospesa



Ascoltarti dentro è a volte ascoltarsi dall'esterno. Certezze bambine che solo un bambino può indurti a vedere. E il sogno di andare per mare, che ti porta e tu porti. E' arrivata la luce, Ecatina è per strada, la finestra assolata l'ha spinta all'esterno. Respira.


"Come può uno scoglio / arginare il mare / anche se non voglio / torno già a volare ..."

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7.5.09


Continuous learning



Dovessi inventare una dimensione diaristica di queste giornate dovrei lavorare a collage. Frammenti di Kierkegaard, qualche rombo di Sant'Agostino, mezze sfere di Choderlos de Laclos, rettangolini di Kant e Baumgarten, brevi squarci di Giovanna e Patrizia (colleghe, che donne!), il tutto su tela di Wassermann. E angeli a contrappunto, presenze angeliche nel cuore e nel contesto, a illuminarti la via e garantirti l'ancoraggio. Sì, pure Swift, direi. Ché la tua piccola Lilliput ora la vedi tutta. E t'allegra, ti dilaga l'anima, e ti inonda di sorriso. Forse oramai Ecatina impara dagli errori (tempus, patientia). E non vive più, non come prima, 'fuori contesto'. Solo una parola, una e una sola, tiene tutto il tuo patchwork: "Grazie".

So di essere spaventosamente ermetica. Vorrei queste pagine segnassero momenti, che non ho cuore di raccontare, e serbassero il ricordo di attimi, per anni a venire. Ché quel che impari, se non te l'appunti, a volte rischia di svanire ...

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2.5.09


Sdoppiamenti e classificazioni



Era in stand-by da un po'. Che emergessi dalle nebbie del sonno con un'idea. Meglio. Intuizione. L'immagine del vaso vuoto ti frullava da un po'. Che vi sia chi si vive le proprie emozioni parlandole è status di oggi. Realizzi il distacco. Quanto spesso sei vaso e quanto invece ricevi/assorbi sentimenti di altri. Tutto è, adesso, trovare la strada. In un reale dove il verbo è tutto, tutto sta nel rinvenire parole. E più vasi che vadano bene per te.

"Persone come noi, come me e xxx, erano oramai del tutto estranee ai problemi posti dalla vita e dalla specie. Esistevamo per noi stessi, in modo superfluo e ozioso, nella bizzarra condizione di individui soprannumerari, negati alle basi sensibili dell'esistenza per eccesso di cerebralità e alle direttrici biologiche dello stare al mondo per eccesso di riflessività culturale" (Antonio Scurati, Il bambino che sognava la fine del mondo).

Il sito dell'artista è questo.