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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


30.9.05


Alla periferia del segno



Mi ha folgorato all'improvviso. E' che in altre nazioni (una per tutte: la Francia) si bada a coniare, per ogni termine straniero, il corrispondente nella lingua interna (pensiamo solo a ordinateur o fiche). Da noi (e la polemica sugli anglicismi e i francesismi è vitale e virale da tempo) si introduce senza colpo ferire la parola straniera nel linguaggio quotidiano, col risultato (temo, sì, temo anch'io) di perdere molta della bellezza originaria della lingua. Ma si fa di peggio, mi sa. Si ricorre (per una sorta di malinteso estetico esotismo) al termine straniero in luogo dell'italiano, perché "fa fino". Quante volte (per non parlare del tormentone: ça va sans dire) mi capita di scrivere (o di dire, il mio parlato non è poi molto distante dal mio scritto) "rentrée", "rêverie", "you welcome" e via elencando? Così si finisce anche per strafalcionare spesso: come quando, nell'ammirare un maggiolino decappottabile, si esclama "che delizia, quella chevrolet!".

Addenda (che non è un esotismo!). a) Per chi volesse 'saperne di più', c'è un De Mauro - Mancini. b) Pare esista uno Svizzionario italiano (e l'apprenderlo mi delizia!). c) Chi fosse interessato all'inglese dei pirati, può trovare qualche dritta interessante qui. E ora buon fine settimana. Vado a prepararmi la sacca da viaggio (eh eh).



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27.9.05


Intervallino



Per qualche giorno Madama Ecatina sarà (un po' più) assente (del solito). Pazientate.

Ogni giorno che passa
alza questo sipario
di perpetua baldanza
ed ecco il calendario
della vita che passa.


25.9.05


Parte del club!



Per Max e Simone questo e altro! Certo, chi mi vede girare in auto con La filastrocca della Morlacca sparata a palla mi prende un po' per matta, ma tant'è ...

P.S.: Non ho il tempo di mettere in rete la foto di Puck che gioca con la copertina del CD. Anche a lui piace Cristicchi, giuro!



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24.9.05


Blog come (auto)terapia



Riprendo un post di Sergio Maistrello, che a sua volta riprende un'inchiesta realizzata da AOL sul blog come auto-terapia. Si tratta, ovviamente, di temi che ritornano ciclicamente. Una delle mie convinzioni personali (non mi lapidate, vi prego!) è che ognuno di noi cerchi, col blog, di colmare una propria lacuna (vuoi comunicativa, vuoi di carenza d'affetto, vuoi di 'complesso' di qualche genere che si tenta di tamponare). Qui una sintesi dei risultati del sondaggio. Maledettamente interessante.

Perché blogghiamo
▪ Circa il 50% lo fa in funzione di auto-terapia.
▪ 1/3 scrive spesso di temi legati ad auto-aiuto ed autostima.
▪ In periodi di bisogno o di stress elevato, il 31% dei blogger mette sul blog la propria esperienza o cerca altri che si trovino in situazioni analoghe: sei volte in più di quanti si rivolgono ad aiuto professionale e solo un punto percentuale in meno di quanti si rivolgono ai familiari.

Perche NON blogghiamo
▪ Solo il 16% dei blogger dichiara di farlo perché interessato al giornalismo.
▪ Solo il 12% dei blogger dichiara di farlo perché vuol essere aggiornato sugli ultimi gossip.
▪ Solo l'8% dei blogger dichiara di essere interessato a informazioni politiche.

I blogger scrivono per il loro pubblico preferito: loro stessi
▪ Il 45% dichiara di trovar piacere a condividere pensieri e sensazioni con altri, e il 43% desidera riferire sulla propria vita ed i propri interessi.
▪ I blogger non scrivono per influenze esterne: solo il 16% lo fa perché è l'ultima moda di Internet, e solo il 21% perché lo fanno familiari e/o amici.
▪ La maggioranza (66%) si sente libera di scrivere su "tutto e tutti".
▪ Solo al 12% interessa che il loro blog sia divertente e accattivante.
▪ Una percentuale significativa (47%) dichiara di non preoccuparsi per il fatto di non avere lettori. Tuttavia il 54% ammette di impiegare un po' più di tempo a postare, se sa che qualcuno potrebbe leggere il loro scritto.
▪ Solo il 13% degli intervistati prova fastidio nel fatto che i blog di altri possano attrarre più referrers.
▪ Il 66% degli intervistati dichiara di non sentire l'impulso di aggiornare il proprio blog di frequente (anche se sono interessati a che i blog che leggano vengano aggiornati spesso).

Blogging Etiquette
▪ Il 40% dichiara che è importante che lo stile dei post (nel proprio e negli altrui blog) sia sobrio e morigerato.
▪ Il 61% dichiara che postare un commento sul blog di un'altra persona è "la cosa giusta da fare".
▪ Uno su cinque (23%) sta attento a non offendere persone nei loro blog.
▪ Più di tre su cinque (65%) ammette di provare fastidio quando altri postano commenti negativi o fuori luogo sul proprio blog.


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'Rete' di (con)divisioni



L'Italian Style non è ancora ai livelli dell'americano, nel fare blog. Gli anglofobi mi perdoneranno, ma è un dato di fatto. Noi italiani abbiamo bisogno ancora di incontrarci, di passar tempo insieme, di guardarci negli occhi o almeno stordirci di chiacchiere. E del resto l'Italia è una realtà piccola, le distanze (anche quando le esprimi in migliaia di chilometri, come nel caso della sottoscritta, che è alla periferia di Giove) sono assai ridotte. Qui col blog e con la rete ci stiamo giocando forse la possibilità, però, di 'andare oltre' i confini nazionali, di far sentire la nostra voce e diffondere informazioni potenzialmente su scala globale. Non tutto mi convince di quanto è contenuto in questo intervento di Guru Granieri. Innegabile però - mi sembra - la fondatezza della filosofia di fondo: andare avanti, sperimentare, collegarsi, linkare, diffondere informazioni. Cresciamo con la rete e la rete crescerà con noi (ovviamente l'effetto 'secondario', la crescita del tuo giro di conoscenze, importanti, straordinarie, io lo trovo a dir poco entusiasmante, ma qui arriviamo nel personalissimo Ecatian life style ...).

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22.9.05


Metateoria del viaggio


Il viaggio inizia ben prima di metter piede sul predellino o sulla scaletta. E' nella nostra testa molto innanzi la messa insieme di bagagli e masserizie. Ci si proietta nel luogo, si immagina il tempo (sole, vento, scarpe da indossare per star comodi e girovagare, maglietta individual), volti e voci, occhi e mani, luoghi e tempi degli incontri. La nostra 'gita italosferica' sarà in atto già da un mese, quando ci incontreremo, datosi che la prima mail porta la data dell'8 settembre. Perché - mettetela come volete - viaggiamo insieme, e già da tempo. E l'incontro è anche nelle nostre fantasie, nelle girandole di idee e immagini in cui lo proiettiamo. E nel preparare il fazzoletto verde neon da guida turistica ...



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La febbre sale


Si vocifera di una gita, nella blogosfera. Un manipolo di svitati si sarebbe dato appuntamento l'8 di ottobre. Ma chi va a pensarle, queste cose?



21.9.05


Sprazzi



Perché tu sei così. Non appena qualcosa o qualcuno ti viene a noia lo molli.

Con gli amici non è mai facile, è sempre una gimkana ...

E se vi perdessi tutti, e spariste senza lasciare traccia?

Una donna senza amore è come una pianta senz'acqua ...

La dialettica fra dolore, amore e felicità non finisce mai di stupirmi.

Come si può, da 'maestra' in erba, quando si sa che qualcuno è una persona stupenda 'in fieri', aiutarla a raggiungere forza e maturità?

* Gente, è tutto a posto. E' che il sentimento dominante, in questo periodo, è la commozione. Passerà.



In media nocte



Era il sibilo
di un sogno
frastagliato -
l'incredulità bastarda
di un conato.
Irridente si affacciava
sensazione d'imminenza.
E stordivi l'irreale
di fantasmi
di irreali altrui parole.
Sublimavi in vuoti segni
pesantezza d'esistente.
Aspirare a piena gola
ventilare le sinapsi
ti consola solo a spicchi -
quanto allevia nei frattali della notte?
E tu speri
l'indomani in altro suono.


20.9.05


Basta poco ...


I biglietti per il prossimo viaggio. Sei giorni all'estero, fra poche settimane. E il livello di serotonina ha un picco inusitato ...

In traveling
I shape myself betimes to idleness
And take fools' pleasure.


(Mary Ann Evans Cross)


19.9.05


Parati sumus?


Non è un'allusione all'ingresso fra gli XL (tanto per recuperare una metafora di Max). E' altro. C'è chi sa. Io mi sto preparando. E nel farlo torno alla poesia di una lingua che da sempre mi conquista:

(Primavera)
Vogliamo come luna piena
vegliare il silenzio della notte di primavera,
vogliamo essere bimbi.
Tu che mi avvolgi nella tua esistenza
e mi insegni il tuo ridere fanciullo.
Volevo amore di madre
e parole di padre e giochi di primavera,
ed ebbi
invece ad adorare
l'anatema che mi trascina per la vita,
come non me ne liberai, come un nemico amato.
Fioriscono gli alberi di seta
e amore profuma fra i rami.
Sarai mia madre e padre
di primavera il gioco ed il tesoro
e tutto e solo mio.


(Else Lasker-Schüler, tr. it.: Ecatina)


18.9.05


40


... tondi tondi. Non mi sento granché diversa da ieri. Sarà grave? La festa la facciamo nella casa comune, dove son già arrivati i primi fiori.

Sono arrivati anche 'in 3D' (da qualcuno che sa parlarti solo con le rose - una metafora di quel che mi lascio alle spalle?)



15.9.05


Agli amici ...



Non manca molto. La boa dei quaranta è un rito di passaggio importante (per me, s'intende). Domenica chi vuole (chi può) potrà festeggiare con me su PHbasso.


13.9.05


Pillole di realtà (#2)



(Sms - da ZuccheroK): Pare sia stato assolto Giulio Cesare...
(Ecatina in risposta): Chi, Previti?


Pillole di realtà


(#1) Ce l'ho fatta! Me ne sono ricordata! Oggi è il compleanno di mia sorella! Ora imposto l'allarme in agenda, così più tardi chiamo ... chiamo - e all'altro capo la madre sbalordita: "Tutto bene? Guarda che il compleanno è fra un mese ...".

(#2) All'amica che si lagna del ragazzo che guadagna bene ma è poco presente: "Dai, cosa vuoi? Non si può avere la moglie piena e la botte ubriaca ...".

Devo ancora realizzare che son finite le vacanze (dalla realtà) ...



12.9.05


Esercizi di serendipity (n25)



Sempre sempre sempre. Quando apro un libro e ormai anche con Gùgol. La 'fissa' costante di questo blog è l'autorappresentazione, ormai sarà chiaro. Alla ricerca di spunti sul tema sono inciampata invece in un bellissimo esempio di differenza. Fra l' 'italian way of life' e l'anglosassone. La voce italiana e quella inglese del termine Propaganda nella Wikipedia. I contenuti sono almeno in parte gli stessi, al di là del fatto (assolutamente ovvio) che la voce inglese contiene un numero maggiore di aggiornamenti e appendici. L'articolo italiano balza all'occhio per la maggiore eleganza (la disposizione visuale del testo è più curata, i link hanno colori diversi, il dosaggio di colori e grassetti è più equilibrato) - ma non solo: ha una struttura di contenuto più armonica, il legame fra storia, etimologia e approfondimenti è più coerente, e anche la sintesi è felice. Balza all'occhio però un quid pluris nella versione inglese: il cenno all'argumentum ad nauseam, la ripetizione costante e continua delle stesse boiate (prima o poi il 'bombardato' dal messaggio finirà per credere che si tratti della verità). Chissà perché la versione italiana, questo, non lo contempla ...

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11.9.05


Riflessi(oni)



Più di un elemento turba nella vicenda di Narciso. Il giovinetto che specchiandosi nell'acqua si riconosce (iste ego sum, nec me mea fallit imago!) e trova la morte. Il ravvisamento di sé come constatazione di un'imperfezione irrimediabile, che trova riparo solo nell'elisione? E' lo specchio che attrae e repelle, e il mistero di un ri-conoscersi che troviamo da sempre insufficiente. E' la ricerca di un'identità più forte (e non di un riflesso indistinto) che ci porta a perderci? Cosa perseguiamo attraverso la scrittura se non un rafforzamento di uno specchio ferito? Lo scavo, la ricerca all'indietro, la ricerca nell'altro - a cosa rinviano? Vogliamo sapere davvero? Non so ...

Ciò che di me sapeste
non fu che la scialbatura,
la tonaca che riveste
la nostra umana ventura.

...

Se un'ombra scorgete, non è
un'ombra - ma quella io sono.
Potessi spiccarla da me,
offrirvela in dono.


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10.9.05


Fantasie metamagiche


Personaggio fascinoso, questo Douglas Hofstadter. Fisico ed esperto in scienze cognitive, noto per una monumentale comparazione fra le opere di Gödel, Escher e Bach, la fama presso il grande pubblico la ottenne grazie alla sua rubrica su Scientific American dal titolo Metamagical Themas (anagramma della rubrica del suo predecessore, Martin Gardner, Mathematical Games). Credo sia noto soprattutto per i suoi studi sulla logica del linguaggio (e le c.d. 'frasi autoreferenziali'). Ne cito una, per fornire un esempio: Questa glubica contiene molte flutipe non chiare in italiano, ma il plugandispo generale si glotula dal contesto. (non mi si dica che non è chiarissima ...).
Un'altra idea geniale di Hofstadter è quella degli ambigrammi, parole scritte in modo da esser leggibili anche se ruotate di 180 o 360 gradi, o addirittura riflesse allo specchio. Per chi volesse divertirsi, un bellissimo sito italiano è quello di Paolo Aprea. Una teoria seduttiva per me è quella dell'isomorfismo fra strutture: quando la mente umana riconosce somiglianze in strutture diverse, scattano associazioni (dotate di 'regolarità') che portano al confronto e alla ricorsività. Un tema da approfondire, non valido, credo, solo per i problemi sull'intelligenza artificiale (cui è stato applicato), ma ad esempio anche per quel che attiene all'approccio con la storia ...

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8.9.05


Evidenze



Residui di epoche andate. Monumenti sopravvissuti all'effimero. Testimoni muti (o anche parlanti) di eventi ormai perduti. Studiare e ricombinare i reperti, per ricomporre un frammento coerente di passato. E' un istinto di sopravvivenza.

No, Time, thou shalt not boast that I do change:
Thy pyramids built up with newer might
To me are nothing novel, nothing strange;
They are but dressings of a former sight.

E leggendo altro il pensiero mi è tornato qui ... chissà dove sarà finita la mia copia ...



7.9.05


Fanciullerie



Hanno un'idea del tempo assolutamente diversa dalla nostra. Un tempo dove è complesso distinguere il domani dall'ieri, un tempo scandito da ripetizioni continue e attimi che si assomigliano. Come filtrano, loro, gli eventi che si fissano nella memoria? Credo attraverso il racconto. La mitologia fa parte delle ère bambine della storia dell'umanità, serve a dare il senso del "prima" e dell'"ora". Ho la sensazione che anche quando l'evento non sia reale, la narrazione ripetuta ancora e ancora serva a renderlo 'accaduto' e a segnare il passato in modo reale. E' un modo di dar nomi alle cose, dare un tempo a un continuum fantastico che il mondo degli adulti prevede fatto di scansioni. Noi siamo permeati di esigenze assolutamente simili, solo le viviamo in modo diverso, pare non sappiamo sottrarci al passato (se non ri-narrandolo e cambiandone i fattori).

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6.9.05


Sragionando


La costruzione di sé passa attraverso il passato. Un passato che ri-costruiamo ogni giorno, con l'aggiunta di nuovi elementi in noi e a volte relativi a dati momenti della nostra storia. Una ricerca che è ri-strutturazione e a volte de-strutturazione, per arrivare a un edificio più ampio e compiuto. Le deformazioni che ci raccontiamo servono a rendere più bello quel che è stato, e di riflesso noi stessi. La tecnica del ri-raccontarci è funzionale alla ri-scrittura del nostro io. Ma a volte l'essenziale è invisibile agli occhi ...

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5.9.05


Evanescente e granitica



Vi inciampiamo in ogni angolo. Che riguardi noi in prima persona, il luogo dove siamo, chi ci sia intorno nel nostro orticello, o scale più vaste, non possiamo liberarcene. L’uomo è un animale storico. Non vive di solo presente. In ogni attimo io sono anche quella che sono stata sino ad ora. E frutto a mia volta della storia della mia famiglia, della mia regione e della mia patria. Di ventiquattro generazioni almeno di géni. Il mio pensiero è storicamente condizionato. Odio chi è immerso in un presente senza angosce (perché ha annullato i ricordi), perché è un presente senza speranze. Odio i revisionisti, quelli che la storia la scrivono e riscrivono a loro comodo. Odio chi non ricorda, e chi ricorda a modo suo. Odio chi ricorda e travisa. Vorrei avere le prove di tutto quel che ricordo, vorrei il mio racconto fosse il più vero possibile. E ciò nonostante sarebbe il mio.

Adoro frugare in cassetti di vecchie cose. Adoro i cocci dal passato, quando riemergono in forma di fogliettino, di foto ingrigita o sbiadita, di biglietto di treno o di aereo, di cinturino d’orologio smesso, di cammeo odoroso di ricordi. Ecco, dalla tua agenda, una delle tante citazioni che trascrivevi: “Ciò che contribuisce a dare alla storia i colori più falsi sono le memorie” (Jacques Bainville). Non lo sai, ma mi hai appena smentito (e con un anticipo di soli dodici anni).

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1.9.05


Margini limitati


Tornano, come non fossero passate mille vite. Escursioni fra vertigini opposte. La calma di poco fa trascorre in una ricaduta colma di sogni e cocci di fantasie irrisolte. 'Crescere', dicono. E la saggezza condensata in un frustulo: tanto passa presto.