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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


24.1.05


E il viaggio prosegue



AVVERTENZA: Ecatina aveva un'iradiddio di impressioni e scoperte di questi giorni da trasmettere. Ma non ha avuto voglia di postare subito. Il ‘blocco appunti’ sul computer ha raccolto, per qualche giorno, un insieme di brogliacci. Risultato? Un post lungo, fatto di cocci di specchio che riflettono diverse realtà. (Insomma: chi non avesse genio, o pazienza, di leggere lo salti a piè pari)



Girovagando in Pavia
Vi sarebbe da scrivere più di un po’ su Pavia. Cittadina raccolta, con angoli medievali superbamente suggestivi, torri enormi che rimarcano la tua fragilità quasi bambina quando ci passi attraverso, il Ticino che taglia la parte antica da quella più nuova, e quasi la isola, conservandone l’incanto sospeso. Gli edifici in mattoni rossi, l’università quattrocentesca poi intonacata in un solenne e ottocentesco crema, con cornici in ocra acceso. L’aria austera e assieme goliardica e la musica che promana dai collegi. Nei momenti di pausa dal seminario l’ho girata a piedi in lungo e in largo. Sguardi di uomini mi han sfiorato di frequente. Alcuni davvero belli, alti, fieri, per lo più bruni. Per un po’ il mio ego di quasi quarantenne ha esultato. Poi mi son resa conto che la cittadina è molto piccola, e la curiosità locale stimolata da un volto sconosciuto … beh, cullarsi nell’illusione ogni tanto non è poi tanto male. Ovviamente Ecatina ha trovato il modo di capitombolare anche qui, e nonostante i tacchi bassi: del resto l’acciottolato antico, qui, non è amico degli imbranati. Il ginocchio sinistro comincia adesso a trascolorare dal viola acceso a un grigio discreto …

L’Ecatinatour (“seconda puntata”)
Il treno ecatesco, nei giorni passati, ha fatto sosta a Parma, per invadere casa Giarina - anche da qui è stato difficile andar via! Giarina è ancora più bella che in foto, ha il vezzo di affermarsi nonnina, ma più d’una pagherebbe per avere il suo aspetto alla sua età. I quadri son diversi a vederli dal vivo: oltre alla sensazione di luminosità - che anche lei ti trasmette, già nel blog, e poi a telefono e di persona - ti fan respirare a pieni polmoni, ti parlano di spazi aperti, di lingue di terra sul mare, di crinali brulli nel primo albeggiare o al primo tramonto, di cieli dai mille umori, dal lieto all’attonito al cupo. Sprazzi. La Lia, coi suoi cento e passa chili, che - sporgendosi all’indietro per avere più coccole - crolla rovinosamente dal suo pouf al centro del salotto. La crostata della padrona di casa, forse più abile coi pennelli che ai fornelli, amabilmente definita dagli amici ‘carbone’ ed entusiasticamente sgranocchiata dalle due cagnolotte. La sottoscritta che scandalizza la ‘nonnina’ lasciandosi sfuggire – al telefono con l’Albi – un’interiezione non proprio elegante. Ah, a proposito! La Giari ha sopraffine abilità autistiche! (e questa, ora, interpretatela un po’ come vi pare …). Io, intanto, continuo a chiedermi come ho fatto ad avere tanta fortuna …

L’Ecatinatour (“terza puntata”)
E siamo alla puntata meneghina. L’amico PadrePaio mi ha prelevato alla stazione di una Milano quasi lunare per via della lotta agli idrocarburi. La nostra meta, Brera, è valsa davvero la pena, sotto ogni profilo. Dagli affreschi del Luini alle Nozze di Raffaello, dal notevole Mantegna a Pietro e Paolo del Reni (per me in assoluto il più bello), dall’incasinamento con le cuffie dell’audioguida ai racconti delle fragilità reciproche. PP vede le cose in una chiave ironica e buffa che ogni volta riesce a sorprendermi (c’è da dire che in fondo son solo tre mesi che ci conosciamo …). Particolare piccante? Ecatina, che ovunque vada lascia tracce del proprio passaggio, ha dimenticato i guanti nell’auto di PP (anche qui, cari miei, così è se vi pare!). Ma non è mica finita qui! Eh no, stavolta ha avuto luogo un blog-meeting secondo tutti i crismi! E infatti a un certo punto ci ha raggiunto la Tt. Piacevolissime le chiacchiere pomeridiane con una mamma poeta (Lizaveta®) e fotografa con l’aria da eterna ragazzina (invidia!). Altra nota ‘piccante’ (si fa per dire …): Tt ci ha definitivamente incoronati come “non fighetti” (trasposizione mia di un’espressione sua assai più blanda e cortese …), cosa che ha inorgoglito non poco sia 3Pì che la sottoscritta. Anche questa giornata è finita troppo, troppo presto – odio i limiti fisici imposti dalla natura (dal tempo, in particolare!).

Pensieri proibiti
I rimuginamenti son tanti, le ‘conclusioni provvisorie’ cui l’Ecatinatour ha condotto anche. Il numero di amici settentrionali della sottoscritta, nell’ultimo anno, ha avuto un incremento esponenziale. Siete seri e affidabili, ironici e gaudenti, colti e amabilmente curiosi – in una parola, stupendi. Però, lasciatevelo dire, la vostra terra – per quanto bella, eh, non si discute! - è piena di difetti: ci fa un freddo becco, il mare è lontano anni luce, la cucina è pesante. Insomma, la soluzione è una sola: dovete trasferirvi tutti nel Salento!!!

Momenti e sommovimenti
La vita di Ecatina (anche se ormai credo ai lettori sia chiaro) è anche, e parecchio, vita interiore. La vostra eroina ha avuto, anche nel corso del proprio grand tour, lunghi ‘momenti di silenzio’, impiegati in un sano otium in senso romano. Ha ultimato, ad esempio, la lettura di Possession della Byatt. Mi son rimaste appiccicate addosso parole, sussurri, suggestioni. L’idea di come, quasi novelli Adami, possiamo con la nostra parola plasmare il mondo, l’esperienza di come il dar nomi alle cose, alle emozioni, abbia il potere di farle esistere, di infondervi vita. E di come il nostro sguardo, la nostra percezione, riesca ad ogni nuova lettura a farle esistere in modo diverso, e più pieno. Sono solo alcuni dei turbamenti che agitano il tormentato ricercatore della nostra storia, Roland. Emozioni da cui son scaturite per me domande: e allora, ogni volta che metto su ‘carta’, e sopra tutto su questa carta virtuale, le cose che vedo, esse non vivono forse una vita loro, nuova e traslucida, distinta e più carica di significati di quel che avessero in origine, quando mi hanno sfiorato? La Lia che casca sonoramente sul pavimento di Giari, ad esempio, esisterà ora un po’ più a lungo, e nitidamente, di quando è accaduto realmente? E che cosa sarebbe se raccontassi i miei sogni? Transiterebbero, da quel non luogo d’aria sottile cui essi appartengono, a una realtà spirituale di diverso respiro? E quando filtro i pensieri, o li richiamo, per decidere quali mettere nero su bianco, decido forse della morte, dell’oblìo definitivo di alcuni di essi? E per chi potrebbe avere mai importanza, questo, se non per me? (forse il discorso continua, ma forse anche no …).