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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


28.2.05


don't know why ...



Vagano come meteore immagini e idee. Sono scie di reattori che sfumano piano. Il vuoto d'aria di commozione che l'altra notte t'ha tolto il sonno è già svaporato. Il teatro vuole, può, deve andare oltre. E assorbi - quasi batuffolo idrofilo - le emozioni degli altri, e ti addossi peso, e amore, e rimpianto, e sospesa tristezza. I chilometri fuggono sotto i pedali. E poi, la spugna sulla lavagna: un sorriso sdentato, bufferia istriona e cialtrona, un muso messo su ad arte, un coretto stonato fra morbide coccole. Und alles vergeht ...


27.2.05


'was ganz anderes



Settimana luuuuunga, questa appena trascorsa. Solo oggi mi è riuscito finalmente di tirare un po' il fiato. Avrei un po' di cose da scrivere (anche grazie alla divorante curiosità che mi ha spinto, oggi, a 'fare un salto' dalle parti di Galassia Gutenberg), ma preferisco rinviare (troppa stanchezza da smaltire). Ho qualcosa di bello da farvi leggere, del resto. Per me è reso ancora più bello dal fatto che chi me l'ha inviato, da un paese lontano, probabilmente si è sobbarcato un'attesa luuuunga e noiosa prima di poter accedere a un pc - e l'ha fatto con molto affetto. Se mi volete bene anche voi, leggetela fino in fondo. E' di Tomas Segovia, nella traduzione di Antonio Porta:

Dimmi donna

Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno
tradire il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli

voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio
e che dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente
il tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità
donna mendicante prodiga porto del pazzo Ulisse
non permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito inviziato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità
dell'amore che assorbe e divora e si alimenta
l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.



25.2.05


Riceviamo (?) e volentieri pubblichiamo



E' lui, il mitico Rufus. E' fra i sedici finalisti di Musicultura. Il Festival della Canzone Popolare e d'Autore. Ora si apre la cosiddetta 'fase polimediale'. Fra un po' ci toccherà votare, fra Radio 1 e Internet, le canzoni finaliste. Ulteriori notizie qui. E ora torno a sommergermi nel lavoro ...

CREDIZ: Max.



Minime perle di saggezza (4.0)


L'egoismo è il motore degli stolti. La fede la forza trainante di chi ama.

John Stuart Mill


24.2.05


Minime perle di saggezza (3.0)



La passione ti rende prigioniero, l'amore ti rende libero.

Erbert Herriot.


22.2.05


Minime perle di saggezza (2.0)



E' vera poesia solo quella di chi guarda al cuore delle cose.

Jacques Prévert.


Sieben Jahre Erinnerungen


Una ragazza spaesata metteva piede a Lecce, qualche anno fa, con la certezza di dover rimanere. Le piacevano tante cose. La città, bellissima e tranquilla. Le persone, cordiali e comunicative. La luce, una luce da isola greca, intensa e diffusa. Muovere i primi passi fu incredibilmente facile. Trovò subito casa, un appartamento a una manciata di passi dal centro storico. Una casina tutta bianca, dentro e fuori (per la pietra leccese in cui era costruita), fatta di finestre enormi e soffitti altissimi, piena di luce. Si iscrisse a scuola-guida, lei che fino allora aveva avuto paura a mettersi dietro un volante. Conobbe, nel volgere di pochi mesi, alcune persone che l'avrebbero (silenziosamente e con affetto) seguita e sostenuta negli anni a venire. Ma il pensiero di quel ragazzo del nord, lontano lontano, le affollava spesso la testa. E a tormentarla il crudo morso della nostalgia...



21.2.05


Motivi ricorrenti



Si fa un gran parlare di Chatwin. O dei Diari della motocicletta. Ora mi ritrovo in mano, invece, i Carnets di Saint-Exupéry (Gallimard 1994, Bompiani 2000): un vero blog ante litteram, pieno di spunti e di riflessioni (a volte solo approssimate, a volte enunciate e svolte). Getto l'occhio sugli appunti e mi attrae questo 'pre-post' (evvai con gli ossimori), dal titolo L'uomo e la foresta: E quando non ci sarà altro che l'uomo, l'uomo si annoierà tremendamente. Ha già perso contatto con la belva (piacere di ritornare dalla vera caccia) e, in parte, con le forze della natura (civiltà urbana) ed ecco che trasforma il pianeta in una terra da ortaggi. Si dimentica di fare risalire a questa origine i problemi sociali (estensione della razza umana, poi di una razza tra le razze). Devo dire che di esso mi turba più il non detto che il detto. Dixi.


Giochini innocenti


Tanto per iniziare la settimana da ottimisti. Prendendo spunto da una citazione di Manhattan, di Woody Allen: "Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter ... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracy!". Io avrei un'altra lista (quale stupore!). Che comincia così: Mia nipote, i miei due gatti, diversi amici, alcune cose di Pirandello, Foscolo e D'Annunzio, l'opera omnia di Brecht, alcune poesie di Else Lasker-Schüler; il requiem di Mozart, le sonate e i concerti di Vivaldi, alcune cose di Telemann; diverse cose di Peter Gabriel, Mike Oldfield, Marc Knopfler, De André e Dalla; Raffaello, Botticelli, Van Gogh, Turner, Jawlensky, la Lempicka e la Kahlo e qualche altro del Novecento. Strana la vita, tortuosa la via - dite la vostra, ché ho detto la mia ...

UPDATE: Titti ha ripreso il gioco nella sua casetta dei giochi. Per lei le cose per cui val la pena di vivere sono: "I miei "3" ragazzi, la macchina fotografica, i film di Kurosawa e di Frank Capra, Mozart e De André e qualcosa di Cohen, le poesie della Szymborska, Kleist Goethe e Shakespeare, il miomare, la Pietà Rondanini, Van Gogh Picasso e il canestro di frutta del Caravaggio, i pavimenti ondulati di Hundertwasser, i vetrini blu che si trovano in spiaggia, i baci e gli abbracci, le spighe di lavanda, il plumbago". (ma cos'è il plumbago?)



19.2.05


In soccorso di Giuliana



Io non trovo le parole per parlare di Giuliana. Però oggi le ho trovate qui, da Francesco. Che condivido, come solito, quasi in tutto.


17.2.05


Son consolazioni!


... come dice tale Rudolf Arnehim in Entropia ed arte, il disordine non è l'assenza di qualsiasi ordine, ma, piuttosto, lo scontrarsi di ordini privi di mutui rapporti. L'ho letta sulla retroetichetta di una bottiglia di birra danese. Non è confortante? Da quando lo so vivo meglio.


(da Santo Piazzese, I delitti di via Medina-Sidonia, Sellerio 1996). Da quando l'ho capito (cioè ieri pomeriggio) vivo meglio anch'io ...



14.2.05


Quei sorrisi virtuali ... (3.2)


Per la serie: una promessa è una promessa è una promessa ...



Un’altra vecchia conoscenza della sottoscritta è la Glaucy, che ovviamente chiama con sé l’inseparabile GraYcie, l'adorabile figliola quattordicenne. La storia di Glaucy, almeno all’inizio, è un po’ una storia di trasmigrazioni. Quando l’ho incontrata bloggava su Clarence (tutta la mia ammirazione! MT è un linguaggio che mi son sempre rifiutata di apprendere …). Ben presto però Glaucyina è entrata in contrasto con i gestori suddetti, per le pubblicità sgradite che si trovava pubblicate sulla barra d’ingresso (quella in alto, per intenderci). Ed è passata a ‘bloggers.it’. Ma anche qui ha trovato tutta una serie di difetti, fino a decidersi a testare Splinder. E qui si è fermata. La GraYcie, che io mi ricordi, è invece sempre stata su Splinder (anche se cambia spesso 'arredamento' alla sua casetta, essendo brava con l'HTML). E’ stato uno spasso veder Glaucy migrare borbottando di host in host, trovando sempre qualcosa da ridire, per atterrare infine su quella che sembra essere la sua ‘casetta’ definitiva (almeno per ora). A dire il vero, ogni post chez Glaucy è fonte di sghignazzate: sia per la vena umoristica sua che per il modo in cui Grace bonariamente la prende in giro. In estate si sono inventate i tautogrammi (e la cosa è andata un po’ a scapito del povero Simo ...): da morir dal ridere! Lo stesso vale per i passaggi di Glaucyina nei commenti: ti strappano sempre un sorriso (soprattutto quelli fintamente incazzosi). Eppoi: che conforto per le mie inclinazioni ‘consumistiche’ (e bonifica per i miei sensi di colpa) sapere che non son la sola ad entusiasmarmi per C.S.I. o Ben Stiller!!! Grazie, ragazze: continuate, eh, mi raccomando!

P.S. Buon Valentino a tutti!!!



12.2.05


Piccole perle di saggezza



Gli uomini sbagliati si cercano, non si trovano.

Credits: La 'posta del cuore' di Gianna Schelotto. Per la serie 'chi cerca trova', date un'occhiata anche alle Valentine di ElleKappa (credits: ZuccheroK).



11.2.05


L'assoluto femminino



Non è molti anni orsono che gli studiosi si sono imbattuti in questa specie di miracolo. Correva l'anno del Signore 1983. Nell'Hunan, una regione nel sud della Cina, viene alla luce una sorta di 'codice segreto', il Nu Shu. Le donne di etnìa Yao (l'altra etnìa prevalente in Cina è la Han), parte di una società appena più evoluta di quella tradizionale feudale cinese, avevano inventato, nei proprii angoli di emarginazione domestica, una loro lingua, scritta e orale. E dato vita a una scrittura segreta, tutta al femminile. Completamente ignorata dagli uomini, sia nelle modalità di trascrizione che in quelle di trasmissione. Il tutto favorito da una qualche maggiore autonomia delle donne nella società Yao, dove la discriminazione tra sessi non era perseguita in modo rigoroso e mitigata da pratiche matrimoniali meno intensamente patriarcali rispetto a quelle vigenti nella stirpe Han. Il 'codice' Nu Shu, trasmesso attraverso supporti effimeri (come ventagli, quaderni, stoffe da ricamo), ha lentamente preso piede ed ha avuto scrittrici e insegnanti a trasmetterlo. Purtroppo va subendo la stessa sorte dei dialetti presso quasi ogni lingua moderna: l'ultima donna in grado di parlare correttamente il Nu Shu, Yang Huanyi, è scomparsa da poco - e la tradizione di questa miracolosa 'lingua di genere' va trascolorando. Ho cercato invano in rete la traduzione di qualche canzone Nu Shu, a testimonianza della scarsa notorietà di un fenomeno, invece, di importanza epocale. Una delle poche esperte sul punto è la sinologa Marta Marsili: sue le informazioni reperibili qui. Credo che sarebbe importante - per tutti - saperne di più.


9.2.05


Reti fatali



E' piccolo. E' pervasivo. E sta per arrivare (anche da noi, pare). In Corea, Taiwan e Stati Uniti si è già abbondantemente diffuso. Si tratta del worm BropiaA, il cui contagio si diffonde attraverso MSN Messenger. Basta scaricare un file che il worm stesso provvede ad inviare da altro computer in cui si è già installato. Quel che mette più paura è che ormai questi malanni sono pressoché identici ai più pericolosi virus del mondo reale. Il worm in questione - in alcune varianti - è addirittura mutante (come Ebola, per fare un esempio), riesce a cambiar nome per sottrarsi ai tentativi di epurazione degli antivirus. Non si può, insomma, neppure dire: se lo conosci, lo eviti ...


7.2.05


Parole in libera uscita



Cento ne pensa e altrettante ne fa. Parlo (sarà già chiaro dalle iconcine) di Pietro B. Il nostro propone ora un interessante baratto: la voce dei blogger in cambio di un libro; registriamo un .mp3 con una nostra lettura, o mini-intervista, o altro, e lui regalerà un libro da una lista scelta. Stavo per farlo, nel fine settimana: ma un'Ecatina cavernosa di influenza strisciante e al rallentatore per sinapsi intasate non sarebbe stato il massimo. Recupererò appena mi passa la tosse. Intanto diffondo. Divertentissimi anche gli .mp3 con gli appunti vocali dello stesso Pietro, un vero Audio Reality Show, che il nostro ha 'inciso' in auto andando al lavoro (con sottofondo di stridìo di freni, cambio di marce e rombi di camion). Tutta la mia ammirazione! Se mi ci fossi provata io, notoriamente dotata di multitasking difettoso, fra fili, microfono, volante e cambio, credo che ora la mia auto (che non è una Punto bordeaux come quella di Pietro) ne porterebbe dolorosamente il segno. E mi sa che le RC auto ancora non prevedono i blog fra i fattori di rischio per la circolazione ...


5.2.05


Chiacchiere fra bimbe


(Scena prima. Ambientazione: Mattina di Capodanno)
Bimba piccola: Zia, ma mamma e papà dormono ancora?
Bimba grande: Sì, amore, sono tornati tardissimo.
Bimba piccola: E nonna è uscita?
Bimba grande (sbadigliando): Già ...
Bimba piccola: Insomma siamo da sole!
Bimba grande (già più sveglia): Beh, sì ...
Bimba piccola (con sorriso gioioso): Allora possiamo fare tutto il casino che ci pare!!!

(Scena seconda. Ambientazione: al telefono)
Mamma di Ecate: C'è qui una bambina che ha insistito per chiamarti.
Bimba grande: E' successo qualcosa?
Mamma di Ecate: C'è da fare un grande annuncio. 'Qualcuno' ha la varicella.
Bimba grande : Ah, questo è tutto? Avevo temuto chissà cosa. Passamela, ma'.
Bimba piccola (vocina sottile sottile): Ciaaao.
Bimba grande (tenera tenera): L'amore mio ha la varicella? Mmmmhhhh.
Bimba piccola (sempre più mogia): Sì. E ho anche la febbre.
Bimba grande (dolce dolce): Povero amore. Ma dai, vedrai che passa presto!
Bimba piccola (sottile sottile): Sì, lo so.
(...mezzo minuto di silenzio, poi ...)
Bimba piccola (con voce vieppiù stentorea)
: Quando vieni, allora?



Dimmi come leggi e ti dirò chi sei



Avevo immaginato si sarebbero scatenate polemiche. Che il mondo si sarebbe diviso in fautori e detrattori (come se non esistessero anche - scrivevo ad Albi - numerosissime zone di grigio). E mi ero anche ripromessa di 'starmi zitta'. Dato che, per quel che mi riguarda, una prima occhiata a Sacripante! mi aveva lasciato tiepidina. Il tema azzeccato (il sonno!). La veste grafica anche. Ma i contenuti (... tsk tsk ...). Poi ho guardato meglio: la sezione 'Cose dall'altro mondo', con i contributi - fra altri - di Lia, di Alice, di Fio, è divertente e interessante (tenendo conto, fra l'altro, che le poverette non avevano più di cinquecento parole a disposizione). Sarò provinciale, sarà l'aver vissuto diverso tempo fuori d'Italia, sarà che il grigio e il fumo d'Irlanda mi han ricordato Colonia (ogni scusa è buona per pensare a Colonia!) ... beh, il mio 'staremo a vedere' si va pian piano tramutando in un 'quando arriva il secondo numero'?

APDEIT: il dibattito, con riferimento anche alle opinioni di Granieri su blogosfera e democrazia, prosegue, con acutissime considerazioni di Francesco e dei suoi commentatori, su Insolita commedia (seguite anche i link, mi pare valga la pena).




3.2.05


Quei sorrisi virtuali ... (3.1)



Riprendono i ritratti di blogger. Per la verità con qualche distinguo. Mi succede anche nella vita reale (e non me ne spiego il perché). Mi affascinano le donne. Intendiamoci: Ecatina (come chiunque la conosca sa bene) è indubitabilmente etero. Ma vanta diverse amicizie femminili, di età diverse, di personalità lontanissime l'una dall'altra, tutte accomunate, forse, dal possedere una intensità fuori dal comune - e un profondo attaccamento alla vita. Ecco, le bloggeuse (uso questo termine perché più elegante di altri che pure ho visto usare in rete) sono un mondo a sé. Quelle che leggo tutte diverse l'una dall'altra - ognuna dai mille volti, ciascuna con immagini segrete, riposte sulla metà in ombra della luna, ognuna però, se appena glielo chiedi, disposta a raccontarsi anche nelle ombre. Penso, ad esempio, a Clelia di Aletheia, donna di cultura spaventosa, che ogni giorno regala ai suoi lettori frammenti del suo caleidoscopio di interessi, e ti legge e risponde con inusitata dolcezza. Penso a Floria (Lorenza) di Contaminazioni, che con invidiabile costanza produce post-fiume sul suo lavoro, sui libri in lettura, sull'educazione alla cultura e alle 'forme miste' di quest'ultima impartite a figli ed allievi (e sempre con determinazione e accanita passione). Penso a Nupina, vecchia conoscenza dei miei trascorsi splinderisti, con le sue poesie, i suoi post e i suoi commenti quasi ottocenteschi, per il modo in cui dicono e non dicono, per la dolcezza che ne traspira, per l'attenzione di densità quasi solida che ne traspare. O alla 'nuova arrivata' 21venti, da me subito ribattezzata 'Miss Twentyone', dato che non mi piace 'chiamarla' con un numero, la mia 'quasi concittadina' più giovane, ricca di aneliti e di interessi e letture. Son solo frammenti di donna, 'sguardi nel vento' (per parafrasare una raccolta di poesie), e parole volatili. Ma è come fossero - in qualche modo - frammenti di me.


2.2.05


Interrogativi dubitosi


I miei pusher personali, quando approdo in una città nuova, sono le librerie. Ecco, a Pavia avrei potuto calarmi in uno stato allucinogeno permanente, tante (e belle!) ve ne erano. Dopo qualche peripezia i miei nuovi acquisti sono approdati a Lecce, ieri. Ora chiedo consiglio (trascurate per un attimo la lista a sinistra, sono ancora tutti da ultimare, anche se in compenso ho 'tracannato' l'ultimo di John Grisham): dovrei 'aprire' per primo:

a. Alessandro Banda, La città dove le donne dicono di no (Guanda 2005)
[acci, già iniziato, in treno ...]
b. Christa Wolf, Medea (Edizioni e/o 1996), che si tirerebbe dietro (in tedesco) Kassandra (Luchterhand 1983)
c. François Barcelo, Cadaveri (Marcos y Marcos 2003)
d. Olaf Olafsson, Il viaggio di ritorno (Guanda 2003)

[fuori concorso - per motivi noti solo a me e ad un'altra persona: Alberto Garlini, Una timida santità (Sironi 2002) - bello bello bello!!!!]

(qui ora occorrerebbe un punto interrogativo: lo aggiungete, per favore?)

Ah, en passant, a me l'iniziativa non dispiace: è nata - con il relativo blog, . Buona lettura!