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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


29.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda.
Finalino


Ché si riparte. Da domani di nuovo in giro. Vero è che questa vita raminga un po' inizia a stancarmi. Per giunta notizie da casa (di feste in corso di organizzazione e gente che mi attende). Fra qualche giorno si riprende a ballare. E non solo in senso metaforico, pare. Ci si rilegge. Presto, mi auguro.


27.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda.
(8) Bon chic bon genre




Allora. Nel Salento dicesi 'mbrecheca' (l'etimologia è discussa) signora (più o meno della mia età) che gira in tailleurino, tacchettino, borsettina firmata, il cui interesse nevralgico è rappresentato dalla vita degli altri (salentini, bien sur, e più o meno dello stesso milieu borghese). Nella più genuina Napoli costei dicesi 'pereta' (qui l'etimologia è più chiara, ma non mi chiedete di chiarirla). Pare che nell'emiliano si parli di sciura o sdaura (e qui ci vorrebbe l'Albi per chiarir la differenza. Tempo fa, nella blogosfera, si parlava di bor7 (che pare siano la versione intellettual chic della 'mbrecheca'). Se chiedete alla sottoscritta, vi parlerei di 'signora bene burraco' (neolocuzione della quale vado molto orgogliosa). Bene. Le 'mbrecheche' alla tedesca (fra le quali annovero un paio di amiche) sono cosa diversa (ma poi forse non tanto). Portano blazer sempre scoordinati con i pantaloni e la camicia che indossano. Foulard di irrimediabili lilla o pervinca. Hanno il rossetto in borsa che grida vendetta. E profumi dal costo insostenibile. Sport preferito, il klatsch (stesso delle salentine). Nell'infilarmi i miei jeans e le scarpe da jogging, e buttarmi lo zainetto in spalla, stamane, mi sono chiesta: ma quanta strada dovrò mai fare, per diventar come loro?


25.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(7). Tutti pazzi per la WM




Non v'è alcun dubbio. Qui son tutti pazzi per i mondiali. Ho il fondato dubbio che anche persone del tutto indifferenti al calcio si siano lasciate trascinare dall'atmosfera. Nel farmi strada, ieri, dopo la vittoria teutone contro la Svezia, a gomitate fra persone mediamente di almeno 20 cm più alte ed armadi spesso larghi il doppio di me, sbevazzanti e giubilanti, in un quartiere chiuso al traffico per festeggiamenti, ho concepito alcune fondamentali riflessioni. Qui a Colonia la WM (che sta per 'Weltmeisterschaft', per i più duri i 'Mondiali') crea la stessa atmosfera del Carnevale: si gira in maschera, col volto colorato, avvolti nella bandiera (che avendo un significato da lungo tempo bandito è significativamente decorata con le scritte del 2006), con pennacchi e copricapi strani. Si cede al gusto di ubriacarsi di primo pomeriggio (è capitato, qui, anche a me, ma avevo dieci anni di meno e un'incoscienza che temo di aver perduto). Si balla per strada, alcune scalze (col rischio di infilzarsi nei cocci di vetro che tappezzano l'asfalto), tal quale Ecatina nelle serate agostane di pizzica e afa. Meno male che avevo un appuntamento serioso, ché quasi quasi avrei ceduto anch'io ...

Ma questa WM è anche una festa per bimbi: un tripudio di magliette da calciatore colorate e piene di scritte, di taglia mini e mini-mini, una baldoria di mini-palloni di plastica e bandierine tricolore, palloncini a forma di WM e trombettine risonanti. Potenza delle feste collettive.



23.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(6). Ecadivagazioni


Uno stacco brusco, ecco cosa rappresenta, stavolta, la mia Colonia. A Novembre era una girandola di cose nuove da fare rapporti da stabilizzare sensazioni impreviste da elaborare. A Giugno l'atmosfera è più calma - Ecatina qui ormai è di casa, imbranata e ridente come la conoscono tutti, sempre un po' in punta di piedi, ma più padrona di sé e del contesto. C'è più silenzio, fuori e dentro. Le due (o forse tre) donne l'anno passato presenti e iperattive sono più chine su di sé, sui loro problemi. Uno spazio per guardarsi dentro. Con la sensazione (viva da un po', ma in crescita) che l'immagine che mi porto in testa si vada avvicinando a quella 'reale' (o viceversa). Autocompiacimento, è chiaro. Ma anche un bel po' di timore. Ché i veri guai iniziano adesso.


21.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(5). L'onda lunga del presente




E' solo la tua voce digitale. Ti sento che mi sussurri all'orecchio e ridi. Qui non lo sanno, ma si sono inventati una punizione in più per me, che mi tocchi rivivere quello che ho appena vissuto e superato, la nostalgia della tua fisicità, l'allegria sonora e coinvolgente, l'ironia divertita e brillante che porti su ogni cosa che tocchi, la tua voce morbida e squillante assieme. Meno male che son guarita, mi ripeto, meno male che gli anticorpi ... spengo tutto, non voglio pensarci, sino a domani almeno, sino a domani.


20.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(4). Assenze




Sarei la prima a dover tacere, la mia assenza dal blog (e limitata possibilità di contatto da parte di amici blogger) dura da qualche mese. Forse è per questo che mi son resa conto in ritardo che manca anche lui. Sono sempre più convinta, come dice una di noi molto saggia, che occorra saper rispettare i silenzi (i momenti di silenzio) di ciascuno di noi. E dunque dico solo: "Saltità, spero lei stia bene. Il Suo Segretario La omaggia".


19.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(3). Conversazioni a distanza




"Non dire sciocchezze. Tu non sei zitella. Nemmeno per sogno. Sei single. In attesa di upgrade."

Sono di buon umore. Ho deciso di prenderlo per un complimento...



18.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda
(2). L'onda lunga del passato




Lo sfioriamo tornando dal pranzo. Un'icona indelebile della città che amo, il Geusenfriedhof, del tardo XVI secolo. Vi trovano sepoltura, originariamente, ugonotti e protestanti olandesi, ogni lapide racconta una storia. Il termine "Geuse", per germanizzazione, deriva dal francese gueux (straccione), che indicava spregiativamente i combattenti olandesi nelle guerre di religione all'epoca di Filippo II - appellativo che i protestanti presero orgogliosamente a nome di battaglia. Lo visitammo insieme, anni fa, lui che sapeva tutto della storia e raccontava le lapidi con l'entusiasmo dell'intellettuale di cui ogni azione è politica. Non riesco, oggi, a camminarci attraverso, la somma dei ricordi gonfia ancora troppo l'anima. Lo sfioro e l'onda della nostalgia muta il sorriso in smorfia, e l'occhio si vela sotto il peso di anni ed emozioni.


15.6.06


Cronache coloniesi, parte seconda (1)



Tutto ti stupisce e tutto assorbi, nonostante la stanchezza che ti porti addosso dal vorticare delle settimane andate. La veste estiva degli alberi, rigogliosi e profumati. La veste estiva della gente, in sandaletti da mare e shorts quale tenuta cittadina. L'atmosfera dei mondiali, bandierine discrete che sventolano da cornicioni e auto, i locali stracolmi di ragazze e ragazzi in maglietta da calcio e minigonna (o calzoncini), l'inno nazionale (sì, quello, quello che non si può dire, Deutschland Deutschland über alles) che straripa da pub e finestre, giovani tedeschi con le teste adorne di piumini nei colori della bandiera, il tifo che anche quando è sonoro è ben più sommesso che in landa nostrana. E ricordi di aver vissuto qui anche il mondiale del '98, con ben altro che le partite per la testa. Quasi ti senti tornata a casa (e pensare che quasi non saresti partita ...).


12.6.06


Re-visitazioni



Mai sia detto che Ecatina non citi le sue fonti. Soprattutto quando si tratta del blog dell'Albi, così ricco, sempre, di suggestioni e generoso in link come lei lo è nella vita. Da ultimo ci si è messo anche Beppe del '56, con le sue recensioni musicali - e bravo è, accidenti se è bravo. Quella di sabato scorso va citata e diffusa, perché parla di una donna con qualità superiori, che ho avuto la fortuna di ascoltare a Lecce un paio di anni fa (Festa della donna organizzata dal Comitato pari opportunità della mia struttura), e permane fra i miei personali miti musicali. Uno scricciolo di fanciulla con una voce micidiale, regina delle cover nostrane. Forse si sarà capito che parlo di Petra Magoni. Da Beppe apprendo che Petra è sempre in duo col violoncellista degli Avion Travel, Ferruccio Spinetti, e che è appena uscito Musica dura 2. Mi chiedo se, all'epoca ai primi mesi di gravidanza, abbia avuto il bimbo - dato che l'attività segnalata sul sito sembra inesauribile. E mentre scrivo ascolto in deliquio (ballando con Pucchettino) Come together e mi godo le fantastiche animazioni flash del sito. Ecco, nel caso qualcuno volesse farmi cosa gradita (se e quando sarà possibile mettere le mani anche in Italia sul CD) ora sa come ...

E chi vuole può godersi, dal primo CD, una stupefacente (la più bella canzone dei nostri tempi, se chiedete a me) Eleanor Rigby. Dedicata ad AM, che me l'ha fatta conoscere (la Magoni, non la Rigby).



10.6.06


Riemersioni


Ci proviamo. Ad esserci un po' di più. Mi risveglio e trovo che son cominciati i mondiali (e fra un po' li vivrò in prima persona - riavviando le cronache coloniesi). Che bombe intelligenti han fatto fuori Al Zarqawi. Che ai vertici si riflette su come cambiar tutto perché nulla cambi. Sono frastornata come fossi Rip van Winkle.

C'è il silenzio, e io nel silenzio
con questa voce e una lingua non fatta.

À la procheme.



5.6.06


Perplimendomi [-5].



Vorticosi. Non sapresti definire altrimenti gli istanti di questi ultimi giorni. Hai gestito una gestante ballato sin quasi all'alba rifiutato avances senza pensarci un attimo percorso in auto mezza penisola (e l'altra metà ti attende all'indomani di domani). Ma soprattutto. In pochi giorni ti sei imbattuta in due che non vedevi da tanto. Due cui ti donasti - senza indugiare più di tanto. Due che han versato sale a lungo su ferite difficili a chiudersi. Singolare. Vorticando vorticando li hai rivisti - fra oggi e l'altr'ieri - senza dolore, quasi con lieve indifferenza. Ma soprattutto. Hai girato le spalle (o riacceso il motore) priva di turbamento. Magari una punta di sadico godimento. Ecco. Magari. Forse è per questo che ti senti così donna, oggi ...