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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


30.12.06


Buona fine e buon principio!



Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i piu’ non hanno.
Ti auguro tempo per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perchè te ne resti;
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha piu’ senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

(Poesia indiana, pare)


E dato che l'anno scorso inviavo (su suggestione chissà di chi ...) auguri "per il 2007 che vorreste", quest'anno non ho neppure bisogno di ripetermi. Anzi, meglio, provvedo ad auguri stile Madeinfranca: BISOUSBONNEANNÉE!!!

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29.12.06


Bag of bones



E' che aleggia la tua eco nelle stanze abbandonate. S'è ridotto lo spazio dei libri che mettesti insieme, le tue grafie son nascoste o sbiadite, quasi, nell'ansia di un ordine che mai si fa perfezione, regrediscono i passi che risuonavano lenti. E scavo e cerco ricordi - che puntualmente, nella materialità degli oggetti che li imprigionavano, risultan dissolti (per chissà quale ambiguo mistero classificatorio). Quasi mi sembra il mio ruolo sia di originare caos. Da lì tornerebbe a sprigionarsi la voce, i tuoi commenti un po' tristi, i "so' chiacchiere, guagliò". Forse è mio errore (soprav)vivere nel ricordo, abbandonarmi all'assedio della tua assenza, dilatare il riscuotermi. E' come un morbo gravasse in queste mura, pronto a diffondersi al mio ingresso, e a lasciarmi alla partenza. Il dimenarmi incerta ha accenti da taranta, quasi volessi, in quest'ansia di motilità, purificare il sangue dalle memorie. Non lascerò che mi diventi mucchio d'ossa, mi sia vendetta e canto.

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28.12.06


Just a picture ...



Tutto quanto tocchi
Tutto quanto vedi
Tutto quanto gusti
Tutto quel che senti.
Tutto quanto ami
Tutto quanto odi
Tutto quanto diffidi
Tutto quel che salvi.
Tutto quanto dai
Tutto quanto tratti
Tutto quanto compri,
chiedi, presti o rubi.
...
E' tutto quanto andato
e tutto è per venire
e tutto quel che è sotto il sole è in colore
Ma il sole lo eclissa la luna.


Oggi mi suona in testa questo. Ah, e il lunatico è sul prato.

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27.12.06


Riflessioni edificanti ...



Una famiglia rispettabile con tre figlie in età da marito. Una madre occhiuta che vaglia al microscopio i possibili pretendenti, senza riguardo ad età, acume o prestanza fisica, ma al solo portafoglio. Una vita sociale che si dipana fra gite in campagna, feste e giochi di società. Ancora mi deve divenir chiara la differenza fra Jane Austen e Fedor Dostoevskij.

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23.12.06


AUGURRRRRRIIIIIIIIIIIIII!!!!



Ragazze (e ragazzi), auguri a tutti. Per un Natale e (soprattutto) un Anno Nuovo (e qui cito:) a misura dei vostri desideri.

Franci.

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21.12.06


20.12.06


Grata auspicia



E' giunto anche quest'anno. Puntuale e graditissimo. L'augurio del professore tedesco, un filologo classico fra le persone più fantastiche che mi sia capitato di incontrare, in questi ultimi anni. Più bello ancora di quello dell'anno passato. Il titolo è L'angelo, stavolta è una poesia scritta da lui, e mi cimento nella traduzione (che sia 'omen' anche per quest'anno ...):

Da sfere lontane,
ere infinite,
ti accompagna - assieme sognante
e vigile,
il suo sguardo è lì con te.
Conosce il desiderio, sa del tuo agire,
veglia nascosto al tuo fianco.
Vaga consolazione ci avvolge
e tutto il dolore,
il nonsenso dell'oggi,
li dissipa
un morbido attimo
di pienezza d'ardire.


Ecco. A vegliare per tutti noi, un angelo.

E ovviamente mi vien fatto di pensare a questo ...

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19.12.06


It takes its time ...



Some people never take the time to try
The way you live's the way you die
The stuff of life's in short supply
And if it sometimes hits you strong
Remembering that things go wrong
The song of life is just a song
And everything goes on and on
Forever

E da queste parti si continua a cantare ...

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17.12.06


La leggenda dell'incanto viaggiatore



Se ne parlava fra donne. Sia dell’oggetto in sé, che della sua storia. Delle vite che ha toccato, dei pensieri che ha suscitato, degli incontri che ha favorito. Si pensava a una mitografia del QCV. Le storie parallele al ‘farsi’ del quaderno son quelle che interessano, anche, alcune donne. La superdonna che si incarichi di farsene carico non esiste, la dimensione spazio-temporale è gravida di limiti che incombono nel limitarsi (ma se v’è temeraria che raccolga la ‘sfida’, s’accomodi pure). Alba ed Ecatina vi diran qualcosa delle loro esperienze comuni (come si farà a somigliarsi così, pur nella distanza? poi non dite che si parla sempre di specchi …). Alba era eccezionalmente a casa, con la febbre, dove non è mai, di mattina, quando è giunto il quaderno. Ecatina eccezionalmente a casa, dove non è mai, di mattina, ad attendere gli operai per la cucina. Sorpresa arricchita dunque dall’assenza di smadonnamenti sino all’ufficio postale per recuperare l’oggetto … Ecatina, appena slacciate le cordicelle che lo tengono insieme, vi ha tuffato il naso. E anche l’Albi se l’è annusato da cima a fondo, sicura di intravedere, in alcune pagine, l’odore di alcuni. Sia Albi che Ecatina hanno avuto, poi, la fortuna enorme di consegnarlo a mano. Ecatina prona al cospetto di Sua Maestà Lisa, felice di portare un dono di pace in un momento di (semi-)tempesta, illuminata dal sorriso-con-dono della Giari. (Senza il quaderno, forse, non avrebbe traversato l’Italia per il 15bre06. Perdendo squarci di luce e sorrisi.) E l’Albi, seguita dalla fida pallottola, l’ha passato ad un’altra Francesca, recuperata per una serie di coincidenze fortunate, nonostante l’avversa sorte informatica. E in regalo squarci di luce e sorrisi. Un regalo per tutti, per chi dà e chi riceve. Complimenti al Professore.

Il post va ovviamente in onda a reti unificate. Ha per me un fascino, un profumo (ché Ecatina si esprime ad olfatto, al momento, in modo "fotorinologico", come dice l'Albi), questo incrociarsi di esistenze distanti, questo farsi e disfarsi di incontri e di voci e a più mani, alieno da ogni possibile racconto. Anche se immagino che questa sinfonia di moti incrociati risponda un po' al caos che abbiamo in testa. Le fila son da tirarsi più in là, parecchio più in la ...

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16.12.06


Del sociale (e del vivibile)



Non è per spirito di corpo che segnalo. Son loro socia, ma fra i più inattivi che la storia ricordi. Trovo che l'iniziativa prevista per mercoledì 21, a quel che ho capito in svariate piazze d'Italia, meriti per quel che possibile diffusione. Critical Mass è un fenomeno nato nel 1992 a S. Francisco (già solo per questo mi entusiasma, a dire il vero), che esorta gli abitanti a invadere la città con mezzi di trasporto non inquinanti, al dilagare di bici. Non so se riuscirò ad esserci, mercoledì prossimo, alle 18.00 a S. Croce. Ma conto di fare il possibile (lo so, lo so, le vie dell'inferno ...). Intanto diffondo. Diffondiamo?

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13.12.06


Dunst (im Morgengrauen)



Tanto vale che dia due parole di spiegazione (non siete abituati a un'Ecatina silenziosa, e forse in fondo in fondo neppure io). Avrei voluto lasciar parlare immagini di cui ho un preciso ricordo, legate a periodi o sensazioni particolari, senza didascalie o narrazioni. E vedere cosa ci vedeva il (di volta in volta) commentatore. Ma si vede che l'immagine della prof. ve l'ho trasmessa sinanche via blog, mi si attende a spiegar tutto. Forse continueranno a parlare immagini, per un po'. Ho poche parole per la rete, ultimamente.

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12.12.06


11.12.06


9.12.06


Ritualità di transito



Riflessione che esorcizza, è palese. E' che per te la parola, se non performativa, è lume, e pervade di chiarità le cose oscure. Al di là dell'incessato dialogo - epistolare e non - con te stessa, è la parola parlata, fra telefono e occhi, che ti regala la conoscenza. Di questo trapasso ai quaranta (e come sempre ti capita, sei dovuta arrivare all'anno dopo per renderti conto) sai di te dai mutamenti fisici, si sa. Ma a stordirti è la diversità di prospettiva (frappant, per chi era uso abbassare i serramenti e sparire). Fra le molte: è la forza di continuare a cantare, amico caro, che ci fa continuare a resistere. (e sai che soluzione è luce e lampo anche per lei:)

(Mein Wanderlied)
Zwölf Morgenhellen weit
Verschallt der Geist der Mitternacht,
Und meine Lippen haben ausgedacht
In Stolzer Linie mit der Ewigkeit.
Torabwärts schreitet das Verflossene
Indes sich meine Seele in dem Glanz der Lösung bricht,
Ihr tausendheißes, weißes Licht,
Scheint mir voran ins Ungegossene.
Und ich wachse über all Erinnern weit -
So ferne Musik - und zwischen Kampf und Frieden
Steigen meine Blicke, Pyramiden,
Und sind die Ziele hinter aller Zeit.


(Canto da passeggio)
Lontano dodici albe
Si dissolve in eco l'alito di mezzanotte,
E le mie labbra l'hanno elaborato
In linea fiera con l'eternità.
Cavalca dritto alla meta il già trascorso,
Già l'anima si frange sulla chiarità della risposta,
Sulla sua luce millebollente, bianca,
Che appare innanzi, nel non ancora versato.
E cresco, avanti su tutti i ricordi -
Musica sì distante - e fra battaglia e pace
S'innalzano i miei sguardi, piramidei,
E son le mete indietro, all'alba del tempo.

Else Lasker-Schüler, savasandir.

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7.12.06


40



No, non mi abbasso l'età. E' che stavolta non sono i miei primi ... ma quelli di Sua Saltità. Mi raccomando, che si accorra numerosi!

Io sottoscritto, Cardinale Ecate Attico, dalla Nunziatura Blogostolica decentrata periAfrica, dichiaro solennemente aperte le festività. Andate, fratelli, andate e gozzovigliatevi! [Et pax vobiscum, universo bloghispherio - semel in quadragennio, licet ... - et gaudium magnum intemperansque!!!]

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6.12.06


Riproposizioni (o del repetita iuvant)



Sai? In un momento in cui così tanti dei blandi bla bla che qua e là t'investono, che ameresti scivolarti addosso senza presa, e invece blandiscono e filtrano, ha il suadente respiro di morte (da Piergiorgio Welby, con ancora il peso di una vita che non vuole, ai discorsi su sclerosi multipla, al ricordo di Andreina e di lui, che ti assalgono a ondate). In un istante nel quale temi la tristezza sospesa possa di nuovo farsi signora. La vita inonda tutto, i tuoi stessi timori. E sei grata, fra l'altro, al referrer che ti fa ritrovare te stessa, in un gioco antico che riproponi lieta. Un anno e mezzo fa, le cose per cui valeva la pena di vivere, per Ecatina erano: Mia nipote, i miei gatti, diversi amici, alcune cose di Pirandello, Foscolo e D'Annunzio, l'opera omnia di Brecht, alcune poesie di Else Lasker-Schüler; il requiem di Mozart, le sonate e i concerti di Vivaldi, alcune cose di Telemann; diverse cose di Peter Gabriel, Mike Oldfield, Marc Knopfler, De André e Dalla; Raffaello, Botticelli, Van Gogh, Turner, Jawlensky, la Lempicka e la Kahlo e qualche altro del Novecento. Allo stato vi sarebbe da aggiungere: una nipote (la nr. due, spettacolo e meraviglia), imparare a cantare nel coro, il sogno dei viaggi in Siria, Giordania, California e Giappone, l'Idomeneo di Mozart, diverse cose di Sinhead O' Connor, Mina, Ute Lemper e (forse) la Magoni, Antonello da Messina, Matisse e Magritte, tutti i libri che non ho letto e forse leggerò. E l'amore, selbstverständlich, quello che sogno ogni notte, che forse già mi ha incrociato la via, o è sul punto di farlo. Quello che, nelle nebbie di quotidiani risvegli, possa chiamare (per poco o per sempre che sia) mio, solo mio. E ora, se volete, (ri)ditemi di voi ...

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4.12.06


Interludio ludico*



(Elle) Quando inizi ad addobbare casa per Natale?
(Moi) A te pare che con una belva come il mio gatto sia possibile? E' un'equazione perfetta: Puck sta a Zenit come Albero di Natale sta a Nadir.
(Elle) Ma no, che dici? Casomai come positivo e negativo: un'attrazione perfetta!

[Per la serie: mai discutere con un ingegnere ...]

* Non ci fate l'abitudine. E', appunto, un intermezzo (o forse anche no).

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2.12.06


Alice al di là dello schermo



Ti si palesa nonostante. Il tuo grattare in automatico, il lavorìo di sinapsi volto a ravvisare una ragione. Non in-sé, ma per-te. La frequente afasia dinanzi a lavagna piatta(forma), il navigare in un lattice come film di Crialese*, labbra che si piegano a non scoprire i denti, l'assenza di lui (che a Frisco era dolente presenza) che chiede vendetta in sogno (e ti allontano, ti denuncio atetèsi, persisti vivo solo al limitare del dormiveglia). Erkenntnis - nonostante. Pallida madre, sei, surrogato di madre - barlumi ti schiarano l'anima, è futuro, nonostante.

Anche tu sei collina
e sentiero di sassi
e gioco nei canneti,
e conosci la vigna
che di notte tace.
Tu non dici parole.

C'è una terra che tace
e non è terra tua.
C'è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci son acque e campagne.
Sei un chiuso silenzio
che non cede, sei labbra
e occhi bui. Sei la vigna.

E' una terra che attende
e non dice parola.
Sono passati giorni
sotto cieli ardenti.
Tu hai giocato alle nubi.
E' una terra cattiva -
la tua fronte lo sa.
Anche questo è la vigna.

Ritroverai le nubi
e il canneto, e le voci
come un'ombra di luna.
Ritroverai parole
oltre la vita breve
e notturna dei giochi,
oltre l'infanzia accesa.
Sarà dolce tacere.
Sei la terra e la vigna.
Un acceso silenzio
brucerà la campagna
come i falò la sera.


(Cesare Pavese)

* Rinvio a una vecchia discussione svoltasi con Sua Saltità.

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