<$BlogRSDUrl$>

La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


28.8.07


Sans mots (8)



Anche questo tempo volge al termine. La distanza è necessaria, per capire. Un amico, giù, ha usato la metafora del 'filtro'. Quel che rimane, la posa, è rarefatto - ma ha sostanza. Sul braccio ho un'ustione da ferro da stiro, vecchia di un anno: la macchia c'è ancora, ma piano sbiadisce. Quelle storiche ormai sono andate. Attenderò che piano scolori, la nuova. E intanto la giostra continua.

APDEIT del 29.8: Dato che amo le circolarità, le autoreferenze, le reti di immagini lanciate che tornano. Dal mio gemello (e poi non si dica che non me lo sia scelto bene, lo specchio gemino in questa blogosfera di rifrazioni) trovo una 'lettura' che non disapprovo, il rimando a una poesia di Walcott "in cui dice che le cose non esplodono, ma vengono meno, svaniscono come la spuma esala nella sabbia". Metafora dell'estate di Mauro, che abbraccia i ricordi di gemello, e un riflesso che è uomo. La metafora di questa donna è la cicatrice che ho sulla mano, bruciatura da forno d'inverno, che è esplosa e POI pian piano vien meno. Metafora di una donna che va nella vita distratta e pure intenta giocare col fuoco. Smettere, deve, deve proprio (applaude all'intento un piezoelettrico nel pericardio).



24.8.07


Sans mots (7)



Ecatina scorazza in bici sul Neckar come nei suoi primi anni a Colonia si esplorava il Reno. Qui è tutto più provincia, le sirene di ambulanze fan fermare la gente per strada e increduli attoniti osservare le scene. Sulla distesa di prato lungo il fiume ciacolano anatre canadesi, migrano famiglie di arabe con chador e bambini, corrono jogger da dopolavoro, giocano una palla risibile gruppi di adulti. Sulla sua mountain bike formato bambina tedesca la sottoscritta traballa, nell'osservare la gente, annusare quell'erba tagliata il cui odore è Germania, per lei, arrancare le salitelle che la conducono alla Gästehaus e godersi il tramonto sul fiume. Il vento che era di onde fino a qualche giorno fa ora è di valle. Per qualche giorno ancora. Da inspirare a pieni polmoni, al ritorno ci vorrà un mare di ossigeno per navigare.

Etichette: ,



21.8.07


Sans mots (6)



Pesa, la consapevolezza, stasera. Sapere che non ti rivedrò, che non ci cercheremo. Che la tua voce non la sentirò più, quelle tonalità strascicate a volte bambine, quel fluire un po' strano, fragile a distanza, roco dal vivo. Pesa nell'ora della convalescenza. Perché mi pesa, la mancanza. E non mi sopporto, per questo.



15.8.07


Sans mots (5)



Questa gabbiana riprende a volare. Il gatto che è in lei non cessa l'andare felpato, le fusa sottili, l'incedere piano, lo scatto improvviso. Ma è il volo, che vuole. "... le era necessario qualcosa di più della forza di volontà. Doveva essere calma, saper tacere ... doveva usare la pazienza nonostante il tremendo bisogno di fare in fretta". Si porta con sé le parole di un saggio: "hai tutto in te, se sai trovarlo non hai bisogno di altri". E le certezze dei giorni passati, forse fra i più memorabili della sua vita di adesso.

Etichette: , ,



9.8.07


Sans mots (4)



Uno scambio di commenti da Sabrina mi ha ricordato di Fortunata, la gabbianella di Sepulveda. E la canzone 'Non sono un gatto' di Leda Battisti. Ecco. Qui si è gabbiana e gatto, come Fortunata. E così è, se vi pare.

Etichette:



8.8.07


Sans mots (3)



In qualche modo richiama il 'potere sedante' della Germania. Ho vissuto lì momenti di frenesia e debolezza, ma tornarci a distanza di anni, ogni volta, mi rafforza e fa prendere migliore coscienza di me. 'Dentro di me il nord ed il sud sono due labbra della stessa ferita'. No, così, tanto per dire ...

Etichette:



7.8.07


Sans mots (2)



Prima o poi ci torno. Post-it di un viaggio che mi ha cambiato sotto molti aspetti. (ah, e non so perché - o magari sì - ma i versi che mi 'frullano', stanotte, son questi: e vedo bambini cantare / in fila li portano al mare / non sanno se ridere o piangere / batton le mani. / Far finta di essere sani.)

Etichette:



4.8.07


Sans mots (1)



Inizia un nuovo viaggio nelle immagini. Meglio parlare per immagini, meglio.



1.8.07


Navigare iterum necesse?



Era tanto che non pensavo a questa canzone. Poi me ne son tornate in mente le parole, così adatte in questo scorcio d'estate di malinconia e assoluta incertezza. Ora, è vero che le parole sono tristi e lo sfondo è di abbandono, ma è pur vero che al fondo del mio vaso di Pandora sfasciato qualcosa resiste, anche contro ogni spirito di realtà.

(qui il testo) - Navigando
Nave dove vai, dimmi dove vai,
su quale mare mi porterai.
Mare cosi' strano, lo guardi e sei gia' lontano,
ho trovato il mare nella tua mano,
ma tu lo sai, che mi confondi
quando mi guardi e non rispondi.

Chissa' se navigando,
ci incontreremo e quando.
Chissa' che parte del mondo avremo
quale il mare profondo
e per quale mistero
riusciremo almeno a sfiorare il cielo su
insomma dove navigheremo, su,
chissa' se ce ne andremo da qua
da questo schifo di citta'
davvero non si puo' trovare un altro posto
e tu, tu cosi' dolce ma stando qua,
io non ti riconosco.
Ma non vedi fuggire i gabbiani?
Perche' non proviamo anche noi,
muoviamo le ali.

Mare cosi' amaro, ti ho avuto e sei gia' lontano.
Senza di te tutto e' cosi' strano,
tutto si confonde come quando piove,
piove sulle onde, adesso non capisco piu';
se tutto si poteva immaginare quando c'eri tu.
Andarsene, volare in mezzo al mare e non tornare piu'
in questo schifo di citta',
davvero non si puo' trovare un altro posto,
e in piu', adesso che no ci sei tu
io non mi riconosco.
Ti ricordi quel giorno i gabbiani?
Bastava volare, anche noi avevamo le ali

Etichette: