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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


29.11.04


Un ami retrouvé



Sono le piccole cose della vita che ti provocano contentezza. Come quando trovi questi versi da Glaucy (che a sua volta li ha ritrovati in un suo diario di infanzia): Le monde est gris le monde est bleu, et la tristesse brûle mes yeux.. Glaucyina non ricordava l'autore. Io ho fatto una ricerchina in Google. Si tratta di Eric Charden, chansonneur francese ancora attivo, ma che deve aver raggiunto il suo apice fra i tardi anni '60 e i primi '70. Perché mi son commossa? Io ero appena nata quando impazzava quella canzone. Ma da quei versi, proprio da quei versi, ho finalmente capito da dove Battiato ha tratto questi: Le serenate all' istituto magistrale / nell' ora di ginnastica o di religione / per carnevale suonavo sopra i carri in maschera / avevo già la Luna e Urano nel Leone / "il mare nel cassetto" / "le mille bolle blu" / da quando sei andata via non esisto più / "il mondo è grigio il mondo è blu". / CUCCURUCUCUUUU PALOMAAA ... ... davvero le piccole gioie della vita!


Incoerenze





Beh, avevo detto: non mi avrete ... Ma, tutto sommato, che male c'è? Eccola qui (se non proprio lei, le assomiglia parecchio, però)!

* Non so bene dove il gioco sia iniziato: le mie referenze sono qui, qui e qui.




27.11.04


Spersi e riemersi





(Ora al centro della scena, gli occhi semichiusi, dondolandosi sulle gambe) Ma tu chi sei, che parli e non ti sveli?
(Sussurro fuori scena) Chi immagini che io sia?
(Lei sospira dubitosa, il dondolìo si ferma) Il modo in cui mi parli non è sconosciuto. Dove ti ho già incontrato? Dove mai si sono incrociati i nostri cammini?
(Sussurro fuori scena) Forse non è questo che conta. Quel che importa è che io sia vicino.
(Volta lentamente la testa) E che mi parli. Eppure. Ti nascondi ai miei occhi e quel che dici è così strano. E' come se dovessi prestare attenzione a quel dici ma soprattutto a ciò che non dici. Le frasi a metà, i silenzi che circondano le mie domande ...
(Sussurro fuori scena) Ed io che intesi quel che non dicevi, m'innamorai di te perché tacevi.
(Scuote la testa, sorride) Allora, restiamo in silenzio - è bello, così ...


25.11.04


Un bimbo di nome Libertà



E' iniziato tutto dalla storia di un bimbo handicappato, Nkule, che soffre in Sud Africa (nella township di KwaNdengezi). E così Mnementh da Palermo, Shalimar da Durban, e la mia conterranea 21venti da Salerno han dato vita al progetto BlogAid. Un sito di informazione e di contributo, legato alla associazione non-profit 'Open Door'. D'ora in poi troverete a destra, nel mio template, il bannerino per collegarvi al sito. A me si è stretto il cuore. Magari riusciamo a dare una mano.


Intervallo



(Un nanetto) (Esterno notte) Ecatonza si precipita giù dalle scale di casa assieme a un'amica. Il collega Furio ha chiamato che le aspetta giù con l'auto - e sono già un po' in ritardo per la cena di lavoro. Le due escono, Ecatonza si tira dietro la porta. E arriva strepitante Casimiro, randagio doc abitante l'isolato. Ha una fame barbina e piange gnaulando. L'amica sale in auto, Ecatonza chiede un minuto di pazienza: riapre la porta, nella tromba delle scale ha cibo destinato ai bastardelli del quartiere. Svuota due scatolette, Casimiro spalanca le fauci e si fionda sul ben di dio appena conquistato. Ecatonza richiude la porta, sale in macchina e il gruppo si allontana sgommando. Dopo una mezz'ora il gruppetto raggiunge il locale della cena. Ecatonza, frugando nella borsa, si rende finalmente conto. Mancano le chiavi. Chiamata d'urgenza all'amica custode del secondo mazzo di chiavi. La nostra aveva visto giusto: le chiavi son rimaste in bella mostra nella serratura (esterna) del portoncino di casa. Ovviamente Casimiro deve aver fatto buona guardia, dato che erano ancora lì dopo quasi un'oretta ... (Abbiamo trasmesso la duecentoottantacinquesima puntata della soap: 'Ma dove ho la testa?').


23.11.04


Corsi e ritorni





(Da un angolo della scena, di spalle, con le braccia avvolte intorno al corpo, la testa appena inclinata) ... ma ho dormito, forse? E' tutto così diverso da appena poco fa! Come può esser cambiato tutto in un attimo?
(Sussurro fuori scena:) Magari navighi ancora nel tuo sogno ... e non ne vuoi sapere di svegliarti.
(Lei si volta pian piano - le luci di scena, da soffuse, si fanno lentamente più vivide) Era così reale ... ero ricca e completa ...
(Sussurro fuori scena:) E ora? Cosa c'è che non va, adesso?
(Abbassa piano la testa, la scuote, sospira) Ora ho freddo - e come mai è così vuoto, qui?

(Inizia a raccogliere oggetti, traendoli da un fondale, e a spargerli faticosamente sulla scena, sempre scuotendo la testa (dorata con riflessi ramati) ...


18.11.04


((Attenzione, prego ...))





(Forse non v'è neppure necessità di scriverlo ... Epperò:) Sono incasinata sono incasinata sono incasinataaaa!!!! Vale a dire: non ho tempo, in questi giorni ... Allordunque. Se non passo a leggere o a commentare (per non parlare del postare ...), non è per cattiva volontà. Voi, però, continuate a passare, eh, e a salutare, veh, mi raccomando!!!


15.11.04


Annottando (parte 2a)



Riprendiamo (un po' mi vergogno del ritardo, ma l'avevo pur scritto di esser 'lettrice centellinante' ...). Allora: Giulia Blasi, blogger friulana, racconta l'Ultima notte in via Zanetti. L'ultima notte di un gruppo di coinquilini che lascia l'appartamento in cui ha vissuto, cazzeggiato, festeggiato, amato e pianto per tre anni. Notte che si trasforma in festa new age, con sempre nuovi arrivati e colpi di scena nel giro di tre frasi. La Blasi mi piaceva molto come blogger. Devo dire che mi piace molto anche come narratrice breve. E su una cosa devo farle tanto di cappello: mi ero convinta che l'appartamento (e l'ambientazione del racconto) fosse a Bologna. Ho appena rivoltato tutto il racconto: la via Zanetti potrebbe esser la via Zanetti di una qualunque città del nord (esclusa Milano e le città triestine, cui son destinati a tornare due degli abitanti ...), la vita dei coinquilini la vita di qualsiasi universitario sbomballato in procinto di lasciare 'il nido d'infanzia'. Faceva presagire grandi cose il titolo wertmulleriano di Chiara Li Volti, la Lo, La Morte Creativa ti sorprende di notte, quando meno te lo aspetti, sottoforma di scolopendra. In realtà è un incubo, e si legge (non mi fate dire di più, che da quando gioco anche su PH basso ogni tanto mi sfugge un po' di vetriolo di troppo ...). Forse c'è da cominciare davvero a sperare che esca presto questo!


11.11.04


[Piccolo spazio (2)...]





La testa per postare manca un po' in questi giorni (magari ne parliamo nel fine settimana). Intanto mi colpiscono due post, ciascuno triste e confortante al tempo stesso. Da Shalimar la storia struggente di un bambino chiamato Libertà. Da Briciola una delle sue favole dolci-amare, molto tenera. Passate da loro - ne val la pena.

* Credits: Miss Twenty-one e Madame Albamarina

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8.11.04


[Piccolo spazio ...]


Non è che abbia bisogno di un mio link, sia chiaro. I suoi post sono sempre sul Blog Aggregator (il 2.0), dato che Antonio di Mappamondo è uno dei migliori blogger napoletani sulla scena. Però il suo post di ieri su Napoli mi pare degno di diffusione. Napoli è città che non vivo più da quasi dieci anni. E' invariata - a quel che sembra - rispetto ai miei ricordi di 'immigrata' che l'ha abitata per sei anni pieni (da vomerese, privilegiata e viziata, non c'è che dire - ma anche fortunata, per godere di un affitto fuori da qualsiasi mercato). Sento della sparatoria di Scampìa, di violenza a cielo aperto che ottunde ogni sensibilità, di scioperi che paralizzano la città, di strade che sprofondano per la pioggia - e mi si stringe il cuore. (fra stasera e domani torno al genere più 'soft' della recensione, non vi preoccupate ...)


5.11.04


Annottando



Beh, ci son riusciti. Non so come si definisca questo fenomeno nelle categorie del marketing. Ma il battage bloggatico imperversante nella rete ha avuto il suo impatto anche su una consumatrice diffidente e aspottica (= una che evita le pubblicità come la peste) come me. Scherzando via mail con una delle autrici le scrivevo che mi aveva fatto curiosità, e che il libro me lo sarei fotocopiato. L’ho acquistato, ovviamente (le fotocopie, pane quotidiano del mio lavoro, son rigorosamente vietate nella mia bibliotechina privata da bor7). La notte dei blogger ora è sul mio tavolo. Dato che son lettrice centellinante (ma perché il tempo non è un’unità dilatabile a dismisura???), dei diciotto contributi che il libro raccoglie ne ho ‘consumati’ sinora solo due. Ho cominciato dal mezzo: in genere non lo faccio mai, sono bacchettona … ma mi attirano le figure, che ci volete fare … Beh, la storia a fumetti di Eriadan è veramente mitica, fatta di chiaroscuri e contrasti anche violenti (il cliente e la bambina, la macumba delle prostitute, e così via …). Mi son chiesta: ma come mai, dato che ti è noto da tanto tempo, non l’hai mai linkato? Mi son risposta: perché ci metto sempre un casino di tempo a caricarne il blog. Beh, ho deciso di rimediare (non si linka solo per sé stessi, ogni link è un atto di generosità, per citare un noto guru …). Poi son tornata al principio. Bravo, Roberto Moroni, veramente un drago. La storia del docente/produttore e della fanciullina (l’unica donna di tutto il racconto il cui cognome precede rigorosamente il nome) è costruita con sapienza estrema e permeata di un’ironia sublime. A cominciare dalla scelta dei nomi (Geranzano Focaccia, Sisto Pecoretta, Santambrogio Brucchia, Fernando Moccicone) – quasi ogni donna porta un nome mitologico (Briseide, Mèrope, Elettra), fuorché la protagonista, Soraya. Quasi ogni frase ha in sé un riferimento a ‘miti’ della televisione, dello spettacolo, della canzone (penso solo alla ‘maestà del Cupolone’, o ai richiami, nella titolistica delle pellicole, a cult come Final Destination o Total Recall, oltre che alla pesante ironia su titoli di produzioni seriali quali Commesse, Incantesimo e via compilando). Fantastica l’applicazione di alcuni dei canoni del Project management alla produzione di soap (il Metodo). Un solo neo (l’occhio del correttore di bozze, che volete farci …): a pag. 20 (silouhette in luogo di silhouette). E vi sono sicuramente decine di riferimenti che mi son sfuggiti (maledetta ignoranza mia delle cose del mondo …). Insomma, ho deciso di tentare un progetto (anche su questo blog): nei prossimi post (anche se magari non consecutivamente) recensirò ‘a due alla volta’ i racconti dalla Notte dei blogger. A blogger intenditor …

* Sito ufficiale qui. Riferimenti sparsi al libro (da parte di non autori) qui (e buona fortuna a chi decidesse di sciropparsi anche i circa 240 commenti ...), qui, qui [nodo al fazzoletto: ricordarmi di linkare Marquant, ricordarmi di linkare Marquant ...] e qui [Erica: sei e resti il mio mito personale!!!] (me ne saranno sfuggiti a decine: segnalateli nei commenti, se vi va).




2.11.04


Riflessi



E' sorprendente. Oggi mi ha colto un pensiero (che per la verità avrebbe dovuto già affiorare da tempo alla mia coscienza svanita) - e poi me lo ritrovo proprio oggi espresso pari pari nelle parole di una fanciulla di 23 anni (che 'a pelle' direi diversa da me come un unicorno da un basilisco):

Ho capito e maturato, che l’unico motivo per cui passo ancora il mio tempo al pc è la lontananza dal Donno. E che nel momento esatto in cui inizieremo la nostra vita assieme, fianco a fianco, questo posto qui diventerà molto, ma molto meno frequentato.

Sostituite "lontananza dal Donno" con "(temporanea?) mancanza dell'altra metà del cielo" e avrete la mia folgorazione. (Ah, nei prossimi giorni questo posto qui sarà un po' meno frequentato - ma causa 'vicinanza', meglio: 'incombenza', di impegni in arretrato).

Credits: Manila




Corsi e ricorsi ...



Accidenti ... si ricomincia! (per la serie: abbiamo voluto la bicicletta? e ora ...)

* Maggiori dettagli a casa di Zu

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