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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


30.9.04


L'imbarazzo della scelta

Ero qui che mi chiedevo da un po' su cosa scrivere il nuovo post. Cose serie (anzi, alquanto drammatiche) accadono sul mio luogo di lavoro - ma per discuterne mi sa che aprirò un blog apposito [insomma: si preannunciano novità nei prossimi giorni]. E poi ho trovato lo spunto, proprio nei commenti. Miei cari, questo sarà (o meglio: è già) un post sui colori!!!! Cosa vuol dire? Che Ecate è inciampata in un nuovo giocattolo!!! (e vi assicuro che con Blogspot è più difficile, perché questo server non offre la 'tavolozza' come invece Splinder (vale a dire: ogni colore di questo post è accompagnato dal suo bravo codice HTML. Come se non bastasse (poveri voi!), mi è venuta, scrivendo, un'altra illuminazione ... sfido chiunque a realizzare un post profumato!!! O métamporphose mystique / de tous mes sens fondus en un! / Son haleine fait la musique / comme sa voix fait le parfum!


29.9.04


Fatta!!!




La mia reazione è stata di estrema contentezza. E non poteva non esserlo. La Pari e la Torretta libere (e sane e salve). 'Belle dentro e fuori', ha scritto una lettrice da qualche parte. C'è però l'altro lato della medaglia (ironico, ironico, ma forse mica tanto!). Non a caso l'autore dell'osservazione si chiama Jena: Il governo Berlusconi è riuscito ad aumentare l'occupazione, a liberare le due Simone (e perfino i due iracheni), tutto in un solo giorno. Che disastro.


28.9.04


Partenopea (atto unico)



Scena prima (esterno giorno): Tutti di corsa. Tutto frenetico come sempre. Appiedata come sempre nella metropoli - e clacson, boeing che volano bassi, gente che strepita per farsi sentire. Finalmente approdi in una stradina ad accesso pedonale. "Qui niente auto" sospiri stressata. E per un soffio schivi il motociclista che ti piomba addosso dal lato opposto a quello verso cui stavi guardando ...

Scena seconda (esterno giorno): Questa è isola pedonale sul serio. Via Roma, nuova versione: palazzi sei e settecenteschi dalle facciate linde, vetrine piene di tentazioni, passanti quieti e ciondolanti. Marocchini, tunisini e varia umanità extracomunitaria ai bordi dei marciapiedi. Ti avvini per guardar meglio la mercanzia - hai puntato una finta griffe del color cipria che si porta tanto adesso ... e all'improvviso i lembi delle lenzuola che raccolgono le merci vengono avvicinati e il tutto sparisce nei vicoli nel giro di un secondo - ti guardi intorno e finalmente ti accorgi della piccola utilitaria rossa, con a bordo gli agenti in borghese ...

(continua?)



25.9.04


Allordunque


Mi è tornato in mente cosa volevo scrivere, ieri. La stagione delle piogge è ormai inevitabilmente ricominciata. Non mi è stato necessario mettere il naso fuori di casa, spalancare la finestra o avvertire i primi reumi per capirlo. E' bastato un rapido giro per blog e una pigiata al telecomando. E' una stagione a reti unificate - dalle Alpi alle Piramidi. E' tornato il Grande Fratello ...

* Via Mantellini




23.9.04


22.9.04


Diversioni




Volevo scrivere d'altro, ma in realtà ho un peso sullo stomaco. Ne ho più d'uno, per la verità, ma questo riguarda il blog-mondo. C'è un blog - pardon: un frog che sta per chiudere. E la cosa a me non scende giù. Massimo ha i suoi motivi, sia chiaro. Questo post non è per convincerlo a ricredersi, a continuare, o a spiegare. E' solo per dire che mi dispiace. Tempo fa gli scrivevo che per me questa del blog è un'esperienza davvero bella, e dalla quale vien fuori una condivisione con persone splendide - lui incluso, ovviamente. Ecco, questo è tutto.

* Aggiornamento dell'ultim'ora: mi (ci?) ha preso in castagna un'altra volta, il maledetto ...




21.9.04


In attesa del sonno

Forse è l'illusione che un anno in più mi renda più saggia. Forse è semplicemente lo 'zenith del sonno' che si è appena disciolto come sabbia fra le dita. Forse l'addensarsi di pensieri come sabbia bagnata sulla riva. Credevo poche cose potessero turbarmi ancora. Illusione d'estate morente. Dispare e ti ammazza. Attonita. Quando persone care e generose ti sollecitano all'egoismo (magari sull'onda di un attimo, ché domani stesso saran loro a dare di molto e di molto di più). Quando sai che una luce sul tuo cammino sta per spegnersi. Quando trovi su un sito su cui capiti per caso parole che sembrano tue (e che mai sapresti esprimere meglio). Insomma. Meglio provare a dormire.


20.9.04


A un tesoro ritrovato


Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile

Le infinte volte che
Mi verrai a cercare
Nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile
La tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
...
Racconterò di te
Inventerò per te
Quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche,
ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio,
un destino, una verità
E dimmi come posso fare
per raggiungerti adesso ...



18.9.04


Quel che si dice una bella sorpresa ...




... quando i tuoi soci di blog ti organizzano una festa a sorpresa il giorno prima!!!

* Nessuno mi aveva mai organizzato una festa a sorpresa, prima - gongolerò tutto il giorno!!! :-**********************




17.9.04


Nonsense e fuffa sparsa




Saltando qua e là da volume a volume, inciampo nel termine Jabberwock. Il neologismo, usato per la prima volta qui, pare significhi 'ciarlone', 'chiacchierone': nel senso (inusuale) di chi si riempie la bocca di paroloni per poi non dir nulla di sensato. Una rapida ricerca mi dice che nel mondo inglese il termine ha ormai assunto una valenza metaforica, e indica curiosità antiquarie, cultura poetica, e rarità intellettuali. A me invece - chissà perché - fa venire in mente una vecchia canzonetta ...



15.9.04


Dubbio tormentoso


Da me sono in corso 'grandi pulizie'. Un po' alla volta seleziono abiti smessi e li elimino dall'armadio. Ho scannerizzato un po' di vecchi documenti e 'fatto fuori' gli originali cartacei. Nel mio piccolo ufficio, dove ormai le cartacce si moltiplicavano per atto di partenogenesi, ho avviato, affiancata da persone di buona volontà, un'azione di repulisti. Di alcune cose - mi son resa conto - non mi sono mai liberata. E ancora l'atto di spedirle nel cestino della carta straccia mi arreca convulsioni allo stomaco. Sinora mi son detta: sentimentalismo, ecco tutto. Altri come me si servono della scusa: "può sempre ancora servire". Ma forse è tutta una scusa. Forse - più semplicemente - è pigrizia ...


A me non va di postare


Però trovo in rete parole che sento molto mie - e decido di postarle anche da me le parole di Lia. Perché se si sostituisce 'profondo Sud' ad Egitto (e in alcuni casi Germania a Italia), l'esperienza mia attuale è assolutamente simile (e analogo lo sconforto):

Quando io ero ragazzina era di moda essere intelligenti. E colti.
Ci tenevamo. E spesso imbrogliavamo, bluffavamo, davamo un mucchio di ritocchi qui e là per sembrarlo, o per sembrarlo di più.
"Ho letto il Capitale", detto da uno di 13 anni. Sciocco, no?
"Cosa leggi? Dove hai viaggiato? Che musica ascolti?" Se sbagliavi le risposte eri un paria. Per non esserlo, il tuo orizzonte era pieno di libri da leggere, di posti da conoscere, di musica da ascoltare, di film da vedere. Eravamo piccolissimi e avevamo un mucchio di roba da studiare, se volevamo conquistarci il diritto di stare al mondo. Forse anche troppa, e non è strano che si siano cercate scorciatoie.
Un ragazzino di 13 anni che afferma di avere letto Il Capitale è buffo, certo patetico. Però ti sta dicendo qualcosa: che riconosce il valore dei libri, che sa che le proprie affermazioni hanno bisogno di essere supportate da studio, esperienze, fonti e che, no, non basta che te lo dica la pancia o l'amico, una cosa, perchè questa cosa sia vera.
A uno della mia generazione, se lo chiamavi stupido o ignorante lo uccidevi.
Poi magari lo era, chi dice di no.
Però la sanzione sociale, sulla stupidità e sull'ignoranza, era fortissima. Tanto che la gente imbrogliava, appunto.
Io sono stata fuori dall'Italia molti anni.
Quando sono tornata, ho cercato di integrarmi in un mondo che per me era nuovo.
"Vediamo: che si fa in Italia?"
C'era Drive In in TV. Tutti ti dicevano che era divertentissimo e tu, con buona volontà, ti applicavi. Lo guardavi e, se non ti veniva da ridere, era perchè ti mancava il polso delle cose, ovviamente.
Dalle riviste, apprendevi che il possesso di determinati oggetti era una specie di segnale per manifestare la tua identità. E, porca miseria, l'Italia sembrava catapultata, come un sol'uomo, negli stessi oggetti, negli stessi desideri, nella stessa identità da manifestare.

... Siamo in Italia. Siamo a Milano. Qui si fa questo, si indossa questo, si è in questo modo qui. Deve essere bello. Se ci concentriamo, ci sembrerà bello. Come sto con questi jeans?
...
Quando ho cominciato ad insegnare, ho avuto per alunni quelli per cui Drive In deve essere stato come Carosello per me.
Ora, vediamo se riesco a spiegarmi: io credo che i ragazzi siano tutti uguali. Ad ogni latitudine, in ogni epoca, in qualsiasi condizione, un ragazzo è un ragazzo. Sogna, spera, si arma di arroganza e cerca aiuto, si innamora e si protegge, cerca di conoscersi. Ovunque nello stesso modo.
Sono proprio tutti uguali, i ragazzi. Tutti.
L'unica cosa che cambia sono i valori che possiedono. Ecco: i valori - loro sì - sono soggetti alle epoche, alle latitudini, alle generazioni.
Io, quando ho cominciato a insegnare, ho scoperto che non ci tenevano molto, i miei studenti, ad essere intelligenti. E tantomeno ad essere colti.
Non fingevano letture mai effettuate: trovavano normale che non si leggesse. Essere sciocchi non era un insulto, per loro. Essere brutti, per esempio, era molto peggio.
La consapevolezza del baratro generazionale, per me, è sorta da lì. Se io dicevo a un mio alunno "Devi imparare a ragionare", lui non faceva una piega. Al massimo mi chiedeva come fare.
Se qualche prof. lo avesse detto a me, io avrei seriamente meditato il suicidio.
Certe volte sbagliano a prendere appunti, gli studenti.
Poi studiano sugli appunti sbagliati e, quando li interroghi, ti ripetono pari pari ciò che hanno studiato. E se gli dici: "Ma che sciocchezza è??" loro, pacifici, ti dicono che glielo hai detto tu. Che loro stanno ripetendo ciò che tu hai detto.
E tu cerchi di fargli capire che è illogico, il discorso che stanno facendo, che non ha senso, che c'è un errore, che gli appunti sono sbagliati ma che, soprattutto, loro avrebbero dovuto accorgersene, che gli appunti erano sbagliati.
Niente.
Dicono: "Ah." e correggono. Ma non si mettono in discussione. Non si accorgono che stai tirando in ballo il loro spirito critico. Non capiscono che, se davvero io avessi detto la sciocchezza che loro hanno mandato a memoria, loro avrebbero tutti gli strumenti per linciarmi.
Non lo capiscono.
...
Qualche volta ho provato a dirlo, in classe: "Io potrei dirvi qualsiasi cosa. Potrei inventarmi la storia, la letteratura, la lingua. Non ve ne accorgereste nemmeno. Non cerchereste minimamente di accorgervene. Prendereste appunti e me li ripetereste, e basta."
Mai che uno si sia ribellato, di fronte a una frase così carica di disprezzo. Mai.
Non se ne accorgevano.
Ed io avrei pagato, perchè se ne accorgessero. Mi fa ancora male la loro accondiscendenza, quel loro annuire. Quel sorridere complici: "Sì, siamo proprio idioti."
...
Sono arrivata in Italia alla fine degli anni '80 e ne sono fuggita all'inizio del 2000.
Una quindicina di anni in totale.
Ho il ricordo di un paese desideroso di istruzioni: come vestire, dove abitare, che macchina comprare, come sembrare.
Mi sfilano davanti agli occhi centinaia di ragazzi completamente impreparati a mettere in discussione alcunché, attaccati alla tetta del tuo registro.
Il desiderio di essere accettati, di essere accettabili, di essere integrati.
Studenti di Scienze Politiche che ti dicono all'esame che loro, no, non leggono i giornali. E fanno la faccia da bambini, mentre te lo dicono, e ti stanno dicendo: "Mi vuoi bene? Potresti volermi bene? Potresti darmi 18 perchè sono carino, perchè sono buono, perchè sarei un bravo figlio se tu fossi la mia mamma?"
E sono le uniche rivolte che puoi scatenare, queste: il non volergli bene. Nonostante siano integrati, ti sorridano, abbiano la faccia giusta, la casa giusta, il vestito giusto e tutto fatto bene. E tu li bocci. Nonostante tutto questo, e solo perchè non sanno la tua materia.
Non gli vuoi bene, ecco.
E allora sì, si ribellano. Perchè loro hanno dedicato la loro vita intera, ad essere meritevoli di essere voluti bene. Di essere accettati. Di essere accettabili per "l'autorità".
Sono dei coglioni totali e, nonostante questo, tu li bocci?
Sei una carogna.
E li ferisci, davvero. Loro hanno fatto del loro meglio - anzi no - loro sono stati ciò che meglio potevano.
Il fare non conta più da un pezzo. Qui si giudica solo l'essere. Buono, cattivo, bello, brutto.
I minimi termini dell'essere, appesi al tuo giudizio di Grande Tetta Accondiscendente.
"Dammi ciò che mi serve per amore o per pietà, non perchè io lo meriti."
E chi ha bisogno di dittature quando ha a disposizione un simile materiale umano, all'entrata delle cabine elettorali?





14.9.04


Domande oziose



Chissà perché ... non mi va proprio di postare, ultimamente ...


12.9.04


Visto che siamo in discorso


... se ne parlava (chattava) qualche sera fa con un'amica blogger (di quelle con cui sono in contatto sin quasi dall'avvio di questa particolare esperienza). Lei ama esperire, cercare nuovi contatti, ampliare la cerchia degli 'amici di rete'. Io invece sono più del tipo 'cerchia limitata e fidata' (nella vita come nel blog). Però la formula del BA. 3.0, aperto a tutti (con libertà di segnalare o meno i propri post - cosa che io personalmente faccio non più di una volta al mese), mi ha convinto e il gioco del Face roll divertito assai. E' grazie al nuovo BA che mi sono imbattuta in Oiraid e ho meglio apprezzato Mantellini (lo so, lo so, è attivo da una vita, ma io sono lenta a rendermi conto ...). E' grazie al Face roll che ho potuto legare un volto al nick di persone che leggo e con cui gioco da un po' (Lizaveta, Sabrina di MF, Francesca-Giarina, Roberta-Latifah, il bardo Gilga, solo per citarne alcune) - e giocare con gli indecisi (Borea e Redrum, che incontravo spesso nei commenti ad altri blog) e con gli irriducibili (il buon Simo di Chiacchierando ... :-)). Ed è proprio curiosando sul Face roll che mi sono imbattuta in un volto aperto e sorridente. Ho cliccato (timida io, ma anche curiosa, e vorrei vedere ...) e ho trovato un blog intelligente e interessante (uno di quelli seriosi, ihr seid gewarnt!): quello di Davide Bennato, Tecnoetica. Leggete ad esempio il post sull'SMS per l'Ossezia: a me è arrivato appunto da Bologna (più o meno) ed ho provveduto a diffonderlo per un pezzo di sud, oltre che a rischiare l'incendio a casa (ma non avevo idea che l'iniziativa venisse da donne del mondo accademico). Insomma, mi tocca allungare ancora la lista dei link: e appena avrò un po' di tempo farò come Glaucy, aggiungerò una piccola nota a ciascuno di loro, ché su ognuno avrei più di qualcosa da raccontare (il mio sogno sarebbe una galleria di: Ritratti di blogger, ma per ora non se ne parla: ho il fiato troppo corto ...).


11.9.04


Coincidenze

Signora sconosciuta (al commesso): Quindi secondo lei Il codice Da Vinci è meglio dell'ultimo Ammanniti ...
Commesso: Non c'è dubbio, soprattutto per un regalo.
Ecate (sottovoce): Signora, io non glielo consiglierei ... non è per palati delicati.
Signora sconosciuta: Dice? Ma io non cerco un thriller di elevate pretese. Ci sono colpi di scena?
Ecate: Sì, quello sì: è che la trama spesso è tenue, e i codici sono semplicissimi da risolvere. E il livello culturale, nell'insieme, è elementare.
Signora sconosciuta: Beh, vede, il mio amico legge best seller, e anche quelli solo di tanto in tanto ...
Ecate: Beh, allora quello dovrebbe andar bene. Altrimenti c'è Deaver, con lui non si sbaglia mai.
Signora sconosciuta: Non lo dica a me. Li ho letti tutti: ma Jeffery Deaver è un po' troppo forte per il mio amico - sa, lui non ama le scene brutali.
Ecate: Allora mi scusi. Probabilmente Dan Brown è davvero la scelta esatta.
Signora sconosciuta: Io ad esempio per me non lo comprerei.
Ecate: Neanch'io: me l'hanno prestato, infatti. Io ne divoro talmente tanti che aspetto escano in edizione economica, prima di acquistarli.
Signora sconosciuta: Allora si vede che soffriamo proprio della stessa malattia ...
(Maledetta timidezza: sarebbe una conversazione interessante da continuare, ma mi limito a sorridere e continuo a scartabellare fra i volumi...)


9.9.04


Memoria e poesia


Traggo profitto dal loop in cui è entrato Haloscan, il (dis)servizio che mi governa i commenti, per scrivere ancora. Osip Mandel'stam, poeta dissidente russo, osseta, forse guardando alla potenza diacronica della poesia, la definiva come un vomere che ara e rivolge il tempo portando alla superficie i suoi strati più profondi e fertili. Osip Mandel'stam (nato nel 1891) fu vittima della censura e della deportazione staliniana. La sua morte fu causata, nel 1938, dalle allucinanti condizioni di vita all'interno del gulag. Ritrovo una sua lirica, stupenda e tristissima, sul sito di Caracaterina, blogger genovese di immensa cultura, e la ripropongo anche qui, per la forza sua che scuote:

Per le tue piccole spalle: arrossarsi sotto le sferze,
sotto le sferze arrossarsi, bruciare nel gelo.

Per le tue mani da bimbo: il ferro sollevare,
sollevare il ferro e intrecciare la corda.

Per i tuoi teneri piedi: andare scalzi sul vetro,
scalzi sul vetro e sulla sabbia insanguinata.

E per me: brillare per te come una nera candela,
come una candela nera brillare, e non poter pregare.
(1934)


Qui ieri ...


C'era un post su Simona Pari e Simona Torretta. Il server si è rifiutato per tutto il giorno di pubblicarmelo. In realtà scrivevo solo di essere senza parole. Qui frammenti dell'esperienza delle due ragazze a Bagdhad. Non riesco a pensare all'orrore che stanno vivendo in questo momento. Provo una grande pena. E una grande rabbia.


7.9.04


Potenza dell'immagine

Non c'è che dire, una iniziativa sfiziosa assai quella del face roll di Guru Granieri. Soprattutto per soddisfare quella che è la naturale, divorante curiosità dei blogger. Poi, una volta che il numero degli accessi per qualche giorno lievita per merito di un'iconcina, inizi a farti domande. E non solo tu. Un'amica mi ha chiesto se mi rispecchio nella foto che ho inviato. Un amico immagina io abbia fatto in modo da rendermi irriconoscibile. Io conosco le mie motivazioni (ma - per avvedutezza - taccio). E rispondo con Graham Green: Si dovrebbe sognare di più ... nel nostro secolo la realtà non è cosa da affrontare.


Piccola nota tecnica

Il contatore dei commenti si è bloccato (misteri della rete: sia fatta la tua volontà, o web!). Non ho idea se una nuova postatura riuscirà a smuoverlo. Comunque ho risposto a tutti i commenti di ieri e a quello di Ornellina sulla sua (nostra) fanciullina. Vedere per credere...


6.9.04


To those who may be concerned




Chi lo avrebbe mai detto? E infatti gli scettici son parecchi. Ma a quanto pare Quentin Tarantino ha un blog, e proprio su questa piattaforma. La sua editor, Stacy, gli gira le e-mail e i commenti più interessanti e lui le detta i post. Bufala o meno, il sito è interessante. Forse val la pena dare un'occhiata (sapevate, ad esempio, che QT è un fan di Ridley Scott e del Muppet's Show?).



2.9.04


E ora ...


... ora notturna, ideale per rinviare a questo post del bardo gentile Gilgamesh, in ricordo di Enzo G. Baldoni. Vi è riprodotta (e tradotta, con una musicalità accorata tutta italiana) la stupenda lirica di Alfred Tennyson, Why should we weep for those who die?. Ha colpito tutti in modo singolare, questa morte assurda. Noi blogger abbiamo un modo tutto nostro per porvi l'accento. E per non dimenticare ...

*

Postilla: per questa settimana Ecate saluta e chiude i battenti. Dovrà pur godersi qualcosa di questo stupendo settembre!




La mia prima volta (3)


Realizzo oggi che ho educato i miei bastardelli in modo quasi militare. Non amo le proteste o gli scioperi della fame. I due felidi resistono anche un paio di giorni senza cibo e senz'acqua (è capitato quando ero fuori e mi ero incautamente affidata a qualcuno di inaffidabile). Resistono a lungo senza presenza umana. Sembra che si accontentino del tempo che riesco a dedicargli. La fanciullina ospite, invece, piange se resta sola troppo a lungo. Non mangia se non ha qualcuno vicino a coccolarla. Protesta violentemente se la si porta da una stanza all'altra (o forse, più semplicemente, non le piace Allie Mc Beal). Passa parte della notte miagolandoti nell'orecchio. Insomma, è viziata. Però è adorabile: sempre a farti fusa e a rotolarsi sulla schiena per avere grattini sul pancino e sotto il mento, a seguirti se ti sposti e a ronfare di piacere se le parli e la coccoli. Ed è tanto carina ... nevvero?




Stasera a letto presto?


Ma neanche per sogno. Latta di benzina incendiaria sotto casa. Un 'avvertimento' per un negoziante vicino. I gatti si accorgono prima di me del fumo nero che entra in casa. La sottoscritta avvisa la polizia (ed essendo la questura a 200 m di distanza, dopo 30 secondi la prima volante è già arrivata). Spegniamo il microincendio con una secchiata d'acqua (se non ci fosse da piangere ci sarebbe davvero da ridere ...). Ovviamente non ero alla finestra, ho solo sentito il botto e visto il fumo e le fiamme (nessuno che si allontanasse, né in auto né con altri mezzi). E' la seconda volta in un anno che ammiro un incendio sotto le mie finestre. La madama è ancora qui sotto a scattare fotografie (e alle spalle una decina di spettatori). Quanto al sonno, mi sa che se ne parla domattina (poco prima che strilli la sveglia ...).


1.9.04


Stasera a letto presto

... non ho più l'età per fare le 4 tutte le notti ... e poi sono di umore confuso: mi sento un po' così





Potenza della musica (intervallo [micro-]culturale)

Lo ammetto, non ne sapevo granché. Sono attivi dal 1991, avevo ascoltato di passaggio qualcosa di loro, li avevo intravisti nel film della Comencini Liberate i pesci. Ma non avevo mai seguito un loro concerto. Trascinata ieri sera nel cuore della 'Grecìa' salentina li ho conosciuti meglio: niente affatto male i Sud Sound System. Pare siano stati anche proclamati il miglior gruppo dialettale dell'anno (informazione ricevuta di prima mano ovviamente da un salentino d.o.c.). Mi mancava la bandana, avevo solo lo scialletto da open air. Istantanee. Un gruppo di scalmanati zompettanti su un palco (fumo, luci e tutto l'ambaradan). Bimbette di pochi anni saltellanti al ritmo del rap-reggae dialettale del gruppo (ho finalmente compreso da chi ha scopiazzato Caparezza). Un ragazzo con capelli rasta, pizzetto di ordinanza fino all'ombelico che ondeggiava a ritmo sulla sua carrozzella. L'odore dolciastro della marijuana (sarà pericolosa la 'canna passiva'?!?). Ovviamente ci siam persi sia all'andata che al ritorno: colpa (almeno all'andata) della segnaletica assurda e delle deviazioni pazzesche cui costringono i nuovi 'anelli' intorno alla città. Non credo riuscirei a sopportare un intero CD - ma due o tre dei pezzi sono davvero buoni. E nel fine settimana si prevede la 'festa del vino' (e mi sa tanto che non mi offrirò di guidare ...).