La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
9.5.05
Come luce polare
Mi ha colpito come lampo di luce. Durante una conversazione casuale. Ha squarciato un abito mentale. Quando Agostino diceva che crediamo di sapere di cosa parliamo, e poi non siamo in grado di spiegarlo, la sua parte di santa ragione l'aveva. Dato che il tempo non è entità di cui si possa discorrere alla leggera. L'uomo, misura di tutte le cose, vi è immerso e può riflettere su esso solo in termini di misura, misura rapportata a sé stesso, al ricordo, all'intuizione, all'attesa. Un eterno presente che condanna a spingere il masso di Sisifo su per la collina del futuro e recuperarlo alle pendici del passato. Pesante eredità della coscienza moderna, mediata da Bergson. In un istante, in una riflessione banale, l'abbaglio della conoscenza. Tempo è sedimentazione - anche. L'assommarsi di minuti, poi mesi, poi anni, porta alla consapevolezza. Che non è solo esperienza. La consuetudine di te, costante nel tempo, accresce la fiducia degli altri. E questa sapiente sabbia di ricordi e conoscenze finisce per renderti forte. E ne viene il sorriso.
* La metafora di Sisifo appartiene a una suggestione di Günter Grass. Ma vedo che anche Camus non va esente da colpe.
APDEIT! Questo bellissimo commento di PadrePaioPiero DEVE rientrare nel post: "È come scoperchiare un abisso. Personalmente ho difficoltà ad applicare al Tempo in se stesso i concetti di prima o dopo. Vanno usati con parsimonia, per tutto ciò che gli sta dentro. Ma uno specchio non può riflettere se stesso."