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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


3.5.05


Venexiana (1)


Mi scuoto ancora assonnata e muovo i primi passi fuori dalla stazione. Un paziente bigliettaio mi convince che l’unica è andare per acqua. Ché io - animale di terra – cercavo già ansiosa la stazione dei bus. Ma Venezia è Venezia. Il primo abbordaggio è sul vaporetto. Un anziano signore cortese fa della traversata d’esordio del Canal Grande un piacevole giro turistico. Incanta lo sfarzo patinato di antico delle facciate, la profusione di campanili e cupole, gli stucchi in contrafforti e finestre: frazioni d’Arabia e Bisanzio risorte sull’acqua. Una luce assorta e amorevole carezza i ponti, le calli ed i rii, donandoli nuovi ogni volta allo sguardo.
Il meriggiare ti porta a Torcello. Ancora un viaggio – lungo stavolta – sulla laguna. Visioni di verde, i cipressi di S. Michele. Visioni a colori pastello: le piccole case a Burano. L’antico complesso in Torcello, romano-romanico, rivela al tramonto un incanto di raro ristoro. La chiesa è tutto un mosaico splendente, un profluvio di marmi rosa antico, capitelli e colonne di epoca mista, con l’iconostasi a dividerla in due. Fra marmi e mosaici s’aggira padrone un micio nerodipece. Che si concede grazioso alle foto. E non disdegna qualche umana carezza. Mentre fuori è tutto così immoto, e case e tramonto si specchiano nella laguna.