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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


23.8.05


Notazioni in margine al blog

Il gioco è iniziato (e come attendersi altrimenti?) da Giocatore. La palla è stata raccolta da Manginobrioches, Lizaveta, Marina, la somma Caracaterina. (Chi volesse far l'avvocato del diavolo potrebbe dire nihil sub sole novi: si dia un'occhiata ad uno qualsiasi dei tanti dibattiti avviati chez Effe. Eccomunque: potrei mai esimermi dal dire la mia?)


1. Il blog come maschera. Chiaro che il mezzo ti consente di ‘rappresentarti’ come vuoi. Un’amica manager di una nota azienda del nord andava in chat presentandosi come bibliotecaria di un comune in provincia di Urbino (dove aveva frequentato l’università da ragazza). Esempio banale (e volutamente ‘scentrato’) per indicare come (anche quando scegliamo di essere noi stessi) la nostra scrittura in qualche modo ci traveste. Ci traveste nei riguardi di ognuno in modo diverso, per la verità. A me piacerebbe ad esempio sapere come quelli dei lettori del blog che non mi conoscono (non ne son rimasti molti, per la verità) si immaginano il mio aspetto. Ma ovviamente non è solo questo. Il modo di muoversi di una persona, di guardarti (o non guardarti) negli occhi, il modo in cui gesticola, in cui scherza o è profondamente seria. Sono tutti particolari che dal vivo ti dicono cose (anche sulla tua ‘compatibilità’ con l’altro).

2. Il rapporto fra autore e scrittura. La scrittura, una volta che l’hai resa pubblica, diventa altro da te. Sinanche per te stessa. Che ti leggi e non sei già più quel che hai scritto (o a volte lo sei troppo, ma questa è un’altra storia). E ogni ‘incontro’ ti rende diversa, grazie al blog ti riporta un frammento di specchio diverso di quel che hai lanciato di te. E tu che ti senti tante cose (e a volte ben poca cosa) ritrovi questo tuo esser caleidoscopio nelle mille rifrazioni di ritorno.

3. Il rapporto fra scrittura e lettore (sul blog). Fra di noi un po’ ci si seleziona. Come è difficile che io vada più di tanto (o lasci commenti) sul blog della sgallettata (o dell’adolescente) che si esprime a “k”, o su quello che parla di calcio o di vita on the road come se si fosse sulla West Coast negli anni ’70, così sarà viceversa (oserei dire: grazie al cielo). Il ‘target’ delle nostre letture è piuttosto standard: fra i 30 e i 50 (più spesso, per quel che mi riguarda, fra i 35 e i 45, ma credo sia un caso), buon grado di istruzione, sensibilità a contenuti letterari e qualche interesse extra, elevata comunicativa, curiosità smisurata. Voglia di giocare, sempre e comunque. Personalmente invidio quelli che – in questo ‘contesto’ – hanno anche una famiglia loro, cui posson raccontare del blog (e di cui a volte ‘raccontano’ sul blog). Ma questa è ancora un’altra storia.

4. L’ ‘incontrarsi’ fra blogger. A volte è compulsione, non ne puoi più di leggere una persona e non sapere com’è, qual è il peso del suo sguardo, cosa emana dal suo sorriso e dal suo corpo. A volte semplice curiosità e l’incontro è poco più che un caso. Quasi sempre è un arricchimento. Vorrei scrivere anche delle esperienze di incontri con blogger dell’altro sesso, ma sarebbe complicato. Quasi mai ho trovato quel che mi aspettavo alla lettura. In genere meglio, molto meglio. ‘Attrazione fisica’? Non ne è scattata. Quanto ai motivi, preferisco non andarli a cercare. Mi sa solo che è meglio così.

E ora direi che è meglio fermarmi … forse ci vorrebbe un blog apposito per fare ‘metablogghistica’. Pensiamoci. Però andate avanti voi ...

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