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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


27.10.05


Da prevedersi



Che un insetto petulante ti avrebbe svegliato nel cuore della notte. Che per riprender sonno avresti provato a pensare un nuovo post. Che per far questo avresti girellato fra blog amici e non. Che l'unica ispirazione presente al momento riguarda 'sti benedetti progetti rivolti a digitalizzare l'intero patrimonio letterario mondiale. Di Google Print penso buona parte dei lettori (soprattutto di quelli che incrociano da queste parti) abbian sentito parlare. I fautori di questo progetto pare abbiano già avuto diversi guai giudiziari quanto alla tutela della proprietà intellettuale (nonostante le dichiarazioni contenute ad esempio nella pagina di FAQ del Library Project: We respect copyright law and the tremendous creative effort authors put into their work). Per ora la loro digitalizzazione sembra sia sospesa sino a novembre. Incuranti del rischio, ora però ci provano anche quelli della Microsoft, forti delle statistiche che dichiarano il 50 % delle ricerche on-line prive di risultato per mancanza dei 'materiali giusti' all'interno dei quali effettuare la ricerca (e chi di voi non ha bestemmiato cercando in rete un autore del basso medioevo o dati sulle pratiche sociali giavanesi scagli la prima pietra). Queste vicende mostrano - mi sembra - la tensione esistente (più o meno da quando è stata inventata la stampa) fra tentativi di blindare (con conseguenti ritorni economici) il copyright, e tensione verso la diffusione libera di contenuti. Ho trovato istruttiva, nella mia ricerchina, anche la rassegna delle opinioni angloamericane curata da Andis Kaulins, volta a dimostrare la necessità di riforma della normativa americana sulla proprietà intellettuale. La mia unica opinione, al momento, è che il limite dei 70 anni vigente in Europa sia assurdamente eccessivo. E con questo spero di aver ritrovato il sonno ...

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