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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


15.11.05


Cronache coloniesi. Parte sesta.
Un'isola di silenzio



Non mi manca tanto il sole (benché quello di qui sia una copia pallida e stinta di quello 'mio' levantino e vivido e benché, in questo seminterrato, di sole se ne veda comunque pochino). E neppure il girandolare dei tanti che arricchiscono la mia vita di tutti i giorni nella mia anticamera d'Africa (anche se mi mancano, eccome). Non mi manca tanto (anche se se ne sente l'assenza, figurarsi!) il mio Puck sdraiato sul tavolo di studio, col musetto poggiato accanto alla ventola del portatile, che ogni tanto allunga la zampa in cerca di carezze distratte. Quel che proprio non sopporto è l'assenza di musica. La mia brava radio-stereo che discreta dilaga alle spalle. O l'autoradio col suo fido lettore MP3. Ma qui non avrei potuto portar musica, soprattutto la sera regna un silenzio da santuario, col gruppetto di bravi amanuensi tutti a ticchettare sui loro computer - la mia rumorosità italica avrebbe sconvolto più d'uno. E anche il portatile, come molti ben sanno, è sordomuto da un po'. Ché diversamente, in quest'ora pacata di chiudibattenti, farei risuonare impietosa la mia adorata Annie Lennox.

Da una suggestione di Giò / Mat.