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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


7.12.05


Mistica della biblioteca



Dopo averne (ri)vissuta una tedesca, splendida, per un mese, rileggere questo post di Matteo mi da' il "la" per tornare a tracciar segni sulla lavagna bianca del monitor. La prima cosa che "fa" una biblioteca, ditene quel che volete, è l'odore. Quel lieve sentore di muffa e umido e colle secolari, che in modo unico e inarrivabile ti indica con immediatezza dove sei. In quelle piccole, in quelle di libri antichi, ancor più penetrante, quasi solido. Le varchi e sai - come per gli effluvi d'incenso - di essere in un santuario. Il prezzo della religione del sapere, l'unica che tu coltivi, è di vederti fiaccare la mente e il corpo. Di esser preso da una sete che non si estingue, da un male che t'indebolisce e t'infuoca senza rimedio. Da un morbo che ti spinge a montare e ridiscendere scalette a mo' di babbuino, sempre con la paura di caderne o di inciamparvi. E il profumo del silenzio, la sera o nelle ore di abbandono, quando la senti tutta e sola appartenere a te. Una droga da assumere a piccole dosi, che potresti morirne.

Non so voi, ma la mia immagine di biblioteca è comunque, sempre, nonostante le esperienze personali, mediata da Borges e da Umberto Eco.