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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


26.7.06


Effetto jet lag (2)



Proprio vero che siamo italiani. Il tutto inizia con un lungo dibattito, la domenica mattina, se goderci Berkeley (dove siamo collocati), o scappare a Frisco. L'ha vinta la fazione San Francisco e a sera dovrò dirmi: meno male. La BART, il trenino che collega le maggiori città della Baia, la domenica ha corse meno frequenti e ci tocca cambiare. Solo per capire come si fa il biglietto e qual è il percorso da seguire occorre un diploma triennale in astrofisica. Io smanetto senza seguire le istruzioni, come sempre, e mi ritrovo col biglietto (più caro del necessario, ma poi scoprirò che si può usare per più corse). Digito anche per gli altri, e finalmente siamo in viaggio. Cartelli ovunque, tutto quel che non è consentito fare nelle aree di sosta e nei treni. Un collega osserverà sarcastico che fra i divieti (don't eat, don't pet, don't trink, etc.) non è elencata la minzione (ma sospetto si applicherebbe un'interpretazione estensiva). E' tutto leggi federali che prescrivono, normizzano, insistono. Per converso nel treno ci attaccan subito bottone i locali, tutti ipergentili, chiedono dove andiamo chi siamo cosa vogliamo, raccontano di cose da vedere e loro storie (un ispanico consiglia l'Embarcadero, e dissuade da Alcatraz, una mamma con neonato in braccio suggerisce percorsi alternativi). E Frisco è tutta una sorpresa. I famosi tram che hanno la precedenza su tutto, semafori rossi e pedoni, e quasi mi falcerebbero assieme al collega (ché noi - si sa - attraversiamo all'itagliana). Tripudi di negozi e quartieri diversissimi l'un l'altro. Chinatown e Little Italy, Fisherman's Warf , Russian Hill e Lombard Street. Tutto è nuovo con sapore di consueto, elementi ispanici e coloniali che si fondono con riletture monumentali di liberty e gotico. Il mio amico/collega che ci parla di Frank Lloyd Wright e di come rompesse ... gli schemi con le sue architetture libere da convenzioni. E mille input a bombardare naso occhi orecchie (e anche i sensi, ché il biondo alto due metri sui rollerblades vale da solo la gita). L'America è un grande paese, anche quando hai le caviglie gonfie e la testa che gira dal tanto vedere. O magari appunto per questo.