La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
18.8.06
(Ri)scoperte di lettura (2)
Non è un caso che nei miei sogni campeggi, ultimamente, il mio ex storico (tedesco, come potrebbe esser diversamente?). Dato che, al momento, a (dis)impegnare le mie letture dell'estate è un romanzo di Henning Mankell, Die weiße Löwin (al secolo: La leonessa bianca). Il 'retroscena' consiste nel fatto che la sottoscritta ha (oltre che per la fantascienza) una passione incontenibile per i gialli d'essai (quelli polpettosi, complicati, con a sfondo magari la Roma antica, le abbazie medievali o la Sicilia o la Scania degli anni '90, o a protagonista Roger Ackroyd). Si tratta di malattia che le ha attaccato, appunto, il de cuius. Il quale, quando anni fa ancora si 'parlavano', le spedì - dal lontano Hessen - il giallo sunnominato. Lei lo mise via (non ce la faceva, non ce la faceva proprio ad aprirlo, il libro, in quel momento), e se ne dimenticò. Scoprì poi Mankell (e Wallander), in modo autonomo, nelle edizioni economiche italiane. Il Commissario è una sorta di Montalbano nordico (e guai a chi si provi a contraddire): il buon Kurt pranza volentieri da solo (ma in ristoranti nobili di Ystad come il 'Continental', mica le trattorie sul mare con il 'nivuru de siccia' ...), litiga (invece che con Livia) con padre e figlia, ha incubi notturni, un procuratore / pubblico ministero non sempre amico con cui confrontarsi. Ogni tanto si sbronza come si deve. L'unica cosa che lo differenzia dall'amico Salvo è che non nuota (sai il freddo, nei fiordi, altro che Vigata ...). Bene. Qualche mese fa Ecatina si accorse che la 'Leonessa bianca' tedesca era un libro della serie (come la conosceva bene, il suo ex, addirittura ante litteram, accidenti a lui ...). Ovviamente le letture son 'fuori serie', l'ordine cronologico è scombinato, la Leonessa bianca è in realtà uno dei primi. Lo lega ai Cani di Riga e alla Quinta donna da un lato l'Africa, dall'altro la (fortissima, se chiedete a me) presenza femminile. Wallander è persona che comunica meglio con le donne morte (le vittime di cui cerca il carnefice) che con le vive (la donna di Riga, la 'spia' che risponde al suo annuncio matrimoniale e via elencando). E meglio con il lettore che con chiunque altro. Non è sentimentalismo, ci mancherebbe. Ecatina Henning Mankell l'ha scoperto da sola, mica grazie al suo ex: e la cosa più carina di tutte è che ci è arrivato indipendentemente (e l'apprezza) anche il suo fratellone elettivo Acide (che ora vi avvia il figlio, il mitico Junior). Qualcuno, anni fa, parlava di 'educazione letteraria', di imprinting culturale. Ma summa summarum chi avrà influenzato chi?