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12.11.06


Lo studioso di Bolesławiec


In questi giorni che fiaccano occhi e corpo, a mantener promesse incaute e litigare col passato, ti coglie un dubbio tormentoso. Sarà stato di Berlino? O di Friburgo? O magari Lipsia. Controlli - e ti si stringe il cuore. Lo studioso che al momento ti intriga, a studiar percorsi suoi e quelli di un giurista di II secolo, tu che dialoghi con lui in tedesco, lui a dialogar con l'altro in un latino del quale cercava il nitore e la purezza assoluta, non era né di Berlino, né di Friburgo, ma di un paesino ora polacco, allora della Germania di confine, Bolesławiec. Ebreo, perduta la cattedra per questo, sarebbe rimasto in Germania per puntiglio fino al '39. Per non tornare, poi, mai più, e offrire un esempio di dignità e rigore dalla sua sede oxoniense. Sapevi già, ma (ri)leggerne la biografia ti fa sembrar minuscole tante cose del tuo (minuscolo) presente. E già non riesci più a litigarci, per quelle sue teorie insostenibili del '31. (ma come lo citerai? certo non "lo studioso di Bolesławiec", suonerebbe di un ridicolo ...).

La History of the Roman Legal Science (in prima uscita nel '46), di cui Sansoni ha pubblicato nel '68 una (ormai introvabile) traduzione italiana, è tutt'ora insuperata per chi si occupi di bio- e bibliografia dei giuristi di Roma antica. Notevole che la biografia sia solo nella Wikipedia inglese. La pagina disambiguante tedesca conosce tre Fritz Schulz: un architetto, un attore e un calciatore, ma non lo studioso di Bolesławiec.

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