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La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.


6.1.07


Just a room ...



A volte mi si profila il dubbio. Se il disorientamento che ci affetta sia di genere femmineo. Se questo sia il motivo per cui pensiamo - e sognamo, anche - di stanze in stanze. Se la ricerca di luoghi in cui spendere il nostro essere, in cui ripiegarsi su sé, e altri che allarghino il sociale, sia un 'mal de vivre' tutto nostro. Se il vagar di spazio chiuso in spazio chiuso e il desiderio di divaricar le mura sia normale. E no, mi dico, è illusione tua che cerchi il femminile e ne stupisci. E a volte dici 'limite' e pensi a 'protezione'. E respiri libertà nel leggere che nell'Ottocento una donna non poteva varcare una biblioteca pubblica se non in compagnia maschile. Vi sono spazi chiusi e protettorati che abbiamo già abbattuto. E le pareti che ancora abbiamo dentro?

(1) E' in lettura A Room of One's Own, di Virginia Woolf. Siamo ai prolegomeni della prima puntata, ci si prepari a un errare lungo e obvagulante, di stanza in stanza.



[2 - APDEIT] E poi, per il solito esercizio di serendipity, trovo da Vittorio Zambardino frasi agre sulle menti 'andata e ritorno' e sulla ricerca di una parete mancante e mi dico: c'è speranza, sinanche per loro ...

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