La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
23.10.06
EcaDivagazioni -11.0
E passar le cose sotto la lente d'ingrandimento a volte le complica, a volte - aiutando a scomporle - le risolve. Con l'attitudine all'analisi che mi ritrovo forse l'entomologia sarebbe stato il settore indicato. La storia, il diritto, muovendo a spaziar nel passato la fantasia mi rendon le cose più difficili (e forse, per questo, più interessanti). Per fortuna a volte c'è chi analizza per me:
L'amicizia è incompatibile con un elevato grado di bisogno. Lo è perché è incompatibile con un troppo grande squilibrio di potere. Se io ho bisogno di qualcosa la cui soddisfazione dipende da qualcun altro, allora l'altro ha un potere su di me. Se io, perciò, ricorro sempre ad un certo amico, finisco per dipendere da lui, gli conferisco un potere. Potere che diventerà tanto maggiore quanto più mi metto nelle sue mani. Questo comportamento contrasta totalmente con la sovranità dell'amicizia e, inevitabilmente, finisce per distruggerla. Anche se l'altro ha la miglior disposizione nei miei riguardi, anche se fa per me le cose volentieri. Basta che una volta lui sia disattento, oppure sia in difficoltà, o semplicemente un po' annoiato e noi ci sentiremo traditi ... Lo abbiamo caricato di doveri, lo abbiamo, in definitiva, ricattato. Lo abbiamo messo in condizione di sentire la nostra amicizia come un peso.
A più riprese l'ho reputato un banaloide. E invece in Alberoni, L'amicizia, si trovano varie cose tutt'altro che prive di senso. Soprattutto per chi - come me - negli ultimi tempi apprezza variamente e intensamente l'amicizia uomo-donna. La citazione è autobiografica e non lo è, forse vale per la blogosfera ma forse anche no, forse per le relazioni uomo-donna e magari per nulla. Mi diverte lasciarvi nel dubbio. Del resto - è noto - il metalettore vede nei post quel che vi vuol vedere.
Etichette: Alberoni, Amicizia, Dipendenza, Sessualità