La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
8.2.07
Alluvione di memoria
Era un invito a cena. Lui viveva due piani più su, in quell'edificio di bilocali yuppie di Sachsenhausen. Non molto più alto di te, tarchiato, biondo, ma di un biondo diverso da quello di Anton. Più sul rosso, forse, con qualche incipiente filo di grigio. E muscoli ben sviluppati, difficile crederlo animale da scrivania. Anton ai fornelli, e Matthias ti aveva avvolto nella conversazione. Raccontava di sé, del lavoro, dei posti dove aveva vissuto. Ti chiedeva di te, di come avresti passato l'estate, raccontavi delle traduzioni che avevi con te, dell'invasione della scrivania di lui, delle gite in bici che avevi fatto da sola (Anton al lavoro) sul Meno. Lui bici da corsa, ovviamente, e tenute da vero ciclista. Quello che t'inchiodava, quella sera, era l'energia vitale emanante da lui. Lo sguardo che non mollava il tuo, fino a farti sentire liquida, e debole. Non capivi come Anton non percepisse nulla, lui di solito così possessivo. Come duro da districarsi fosse il tuo - non il suo - desiderio. Quando vi lasciò ti convincesti di aver sognato tutto. L'invito a una gita in bici con lui, il giorno dopo, ti avrebbe lasciato ricredere.
Da una (una?) suggestione di Mauro. Di Matthias, ovviamente, si son perse le tracce ...
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