La rete ha qualcosa di magico. Connette, contamina, diffonde. Confonde. Questo è un nodo fra tanti, per aggiungere magia a magia.
19.10.09
Müde (und noch nicht mal glücklich)
Ti senti a tratti Florentino Ariza, emaciata da un 'andirivieni del cazzo' (è licenza, lo dice il sommo!) e dannata - nonostante - a una mobilità che non governi. Quasi fosse molla dei mesi andati il cavalcare la paura, e imporre a te stessa le prove del presente. E ti bocci - sia chiaro - in quella più complessa. Ché commozione e trasporto, quelli che avevi dentro, li lasci uscire solo sul segno vuoto della lavagna d'etere. Ché in un mondo che vive di emozioni veloci lo stop al cronometro è giunto ben prima che riuscissi a tirar fuori parole - o gesti. O a spiegare come realtà centrifuga a chi vi vive, nei fine-settimana, sia per te luogo, in quei giorni, di libertà e leggerezza, dove macini chilometri e respiri aria e persone e volti e luoghi, sempre vari, così vicini a quel tuo Horcrux nascosto nelle città del nord. O a tirar fuori qualcosa che non fosse l'emozione sovrastante, tenerezza di madre, commozione di un'empatia vana (perché lontana) - che magari neanche quella è uscita, s'è fatta riconoscere. Riapri l'agenda, e impallidi - alla bambola parlante tocca la maschera per settimane, pare. Ma magari son anni che la indossi, e neppure lo sai.
"La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre." (David Frost) [e allora so dove anche ho casa, a quel che pare ...]
10.10.09
Kontemplativ?
E macini giorni, e piazze diverse, il passato si veste di nuovi colori, quasi i dissidii di un tempo trovassero nella distanza un magico appianarsi di nodi. A cogliere volti, e sorrisi, a fare da cassa di risonanza. Vai lungo un sentiero che è tuo, più di quanto sia mai stato prima. Sperimenti piano, riannodi linee a lungo scartate, hai il ritmo di quel che è per te un movimento lento (va bene, madre, rallento, fra cinque minuti rallento). Vai verso l'istituzione, però. Che abbia radici sino al centro della terra e propaggini sino al cielo. Non vuoi chiederti 'se ce la puoi fare'. Muovi passi, e il tuo fuoco cammina con te.
"Ti ho dato la relazione perché la leggessi con gli occhi di un italiano" - "Ma io l'ho letta come l'avrebbe letta un tedesco" (in un frammento di conversazione sono quindici anni di amicizia: bello guardare indietro con gli occhiali della distanza, e trovarvi l'affetto di sempre).
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2.10.09
Fragmentiertheit
Sai di andare a tentoni. Zampetti felpata a piccoli stadi. Il tuo radar è rotto, non sai se è vera la bussola, sommersa fra strati d'altre cose, e l'evidenza del fare, lei, s'affianca e pone in ombra il dover fare. Hai combattuto a lungo il gorgo della rete, e pure ne subisci la malìa, tu che rincorri sempre volti, e mani e voci. E vinci sempre, nella tua specialità: ché sgorgano da te parole che non senti, a tesser paratìe di ombra e di distanza. Stracciare il velo, è quel che più vorresti - e non ti senti, è prima, meglio, soffondersi di alone della notte.